E’ la domanda che vi e ci poniamo alla luce di una delle notizie più dibattute degli ultimi giorni. Forse lo avrete letto, forse no. L’enorme polemica che sta investendo il Comune di Domusnovas dovrebbe farci riflettere. Lungi da noi dare giudizi di sorta, non è questa la sede, ma di certo è un qualcosa che merita approfondimento. E’ di qualche giorno fa la notizia, tra l’altro riportata dall’autorevolissimo Corriere della Sera (a firma di Gian Antonio Stella), della devastazione in atto presso la foresta “preistorica” del Marganai. Un ampio tratto del demanio forestale sarebbe stato affidato, dal Comune, ad una cooperativa del luogo che starebbe abbattendo alberi di enorme valenza naturalistica per ottenere – pensate un po’ – il “pellet”. Si tratta di una delle ultime foreste mediterranee spontanee cresciuta su rocce vecchie di 680 milioni di anni.
Come se non bastasse non si sarebbe mai presa in considerazione la possibilità di sfruttare una direttiva europea nata a tutela di patrimoni naturali di inestimabile valore. Si tratta della direttiva “Habitat”, che metterebbe a disposizione dei Comuni interessati fondi pari al valore di mercato di un ettaro del territorio considerato. Per intenderci: se un ettaro di tale foresta produce un reddito di 10 mila euro la Comunità Europea ti dà 10 mila euro per evitare che quel patrimonio naturalistico venga intaccato.
A questo punto la domanda è: perché perpretare danni irreparabili e incalcolabili? C’è chi dice che in tal modo si dà da lavorare alla gente del posto, ma non sarebbe bastato intascarsi i fondi europei e investirli in progetti di tutela ambientale che potessero dar da lavorare all’intera Comunità?