Obiettivo dei leader mondiali alla Cop21 di Parigi è arrivare a un accordo che consenta di mantenere l’aumento della temperatura globale entro massimo due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Per farlo, secondo l’ultimo rapporto del foro scientifico del’Onu (il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, Ipcc), è necessario ridurre le emissioni di gas serra causate dall’uomo tra il 40 e il 70% entro il 2050, per poi azzerarle entro la fine di questo secolo. Ciò implica che oltre la metà dell’energia dovrà essere prodotta da fonti a basse emissioni – rinnovabili ma anche nucleare – entro il 2050, mentre l’uso dei combustibili fossili dovrà essere bandito entro il 2100. Fondamentale è l’efficienza energetica per ridurre il consumi.
QUATTRO SCENARI: L’Ipcc ha delineato quattro scenari futuri possibili: uno di consistente mitigazione delle emissioni, due scenari intermedi e uno in cui non si introducono ulteriori misure per tagliare la CO2. Nel primo caso è probabile che la febbre del Pianeta si limiterà a due gradi, mentre nell’ultimo scenario l’incremento della temperatura può raggiungere fra i 3,7°C e i 4,8°C.
INNALZAMENTO DEI MARI: Tra le prime conseguenze c’è l’innalzamento del livello del mare, che in base al termometro potrà essere contenuto a 26 centimetri a fine secolo, oppure arrivare a sfiorare il metro. A far salire gli oceani contribuirà lo scioglimento dei ghiacci, dalla fusione superficiale della calotta glaciale in Groenlandia al collasso di alcune aree dell’Antartide. Il ghiaccio marino artico sarà sempre meno esteso in tutti i mesi dell’anno.
CITTA’ SOMMERSE: Un innalzamento dei mari di 90 centimetri mette a rischio quei 150 milioni di persone che nel mondo vivono in aree costiere “basse”, a non più di un metro sopra il livello del mare, avverte la Nasa. Per la maggior parte si tratta di asiatici, in Paesi poveri come il Bangladesh e città come Tokyo e Singapore, che potrebbero essere interamente sommerse. Ma il pericolo interessa anche l’Occidente, da New York ad Amburgo.
EVENTI ESTREMI: L’incremento degli eventi estremi – da tempeste e alluvioni a prolungate ondate di siccità – è una delle conseguenze già evidenti del mutamento del clima. Solo nel 2014, ricorda l’Onu, i disastri naturali hanno causato 19,3 milioni di sfollati.
CIBO: L’aumento delle temperature per l’Ipcc avrà un impatto negativo sulle principali colture – grano, riso e mais – a fronte di una maggiore domanda di cibo determinata dall’aumento della popolazione globale. I rischi per la sicurezza alimentare dovuti al calo dei raccolti, siccità, alluvioni e instabilità dei prezzi alimentari, saranno più elevati alle basse latitudini, andranno cioè a colpire di più i Paesi poveri.
SALUTE: Il cambiamento climatico aggraverà le cattive condizioni di salute in molte regioni, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Gli esempi includono maggiori probabilità di infortunio, di malattia e di morte a causa di ondate di calore più intense e di incendi; l’aumento della probabilità di denutrizione per il calo della produzione di cibo nelle regioni povere; maggiori rischi di malattie trasportate dall’acqua e trasmesse da vettori.
FAUNA E FLORA: In tutti gli scenari l’Ipcc prevede che durante questo secolo molte specie di animali affronteranno un rischio maggiore di estinzione, che interessa anche la flora. Decisiva sarà la capacità delle singole specie di adattarsi a nuovi climi. (fonte ANSA).