Anche i più sprovveduti in materia avranno un’idea dell’andamento climatico delle prime due settimane di novembre. E l’idea è una sola: caldo. Caldo che ha coinvolto la Sardegna, l’Italia, l’Europa. Se la parola caldo vi fa storcere il naso, allora forse è meglio parlare di anomalie termiche. Si osservi la mappa subito appresso:
Per chi ancora non la conosce, è null’altro che la rappresentazione grafica delle anomalie termiche rispetto a un periodo di riferimento (nel qual caso il trentennio 1981-2010). Le varie tonalità del rosso parlano di anomalie positive rilevanti: notiamo un’Europa in fiamme, laddove gli scostamenti rispetto alla media ha superato abbondantemente i 5°C.
Andiamo in Italia. Sulle Alpi gli scostamenti maggiori: 5-6°C, circa 7°C nelle zone confinali. Nelle altre regioni si evincono deviazioni nell’ordine di 1-2°C, localmente sino a 3°C (come ad esempio nel caso della Sardegna orientale). E’ interessante notare come in vari tratti costieri le temperature si siano mantenute grossomodo in linea con le medie del periodo. Questo perché nebbie e nubi basse hanno inciso enormemente. Così come ha inciso il fenomeno dell’inversione termica, altrimenti staremmo qui a parlare di un periodo di caldo senza precedenti.