Lasciamo da parte i tecnicismi, si rischierebbe di complicare un po’ l’argomento. Tuttavia dobbiamo accennare ad alcune dinamiche che potrebbero indurre, nel lungo periodo, un accenno di cambiamento. Nelle code dei modelli previsionali si scorgono cenni in tal senso. Quali? Sicuramente un indebolimento e spostamento della struttura anticiclonica. Come scritto ieri, probabile dopo metà mese un calo nei valori di pressione. Già questo, visto l’andazzo, andrebbe considerato un buon punto di partenza. Anzitutto perché le temperature calerebbero un po’, pur faticando a riportarsi su valori medi stagionali. Poi perché una minore vigoria anticiclonica significherebbe qualche chance in più per le perturbazioni atlantiche.
Attraverso la rielaborazione grafica abbiamo provato a sintetizzare, nella speranza di rendere il tutto più comprensibile, quanto appena scritto. In particolare è importante porre l’attenzione sull’abbassamento del flusso perturbato atlantico, che perlomeno arriverebbe a lambire una parte del nostro Paese incentivando un po’ di variabilità. Certo, non è il cambiamento che in tanti vorrebbero, ma sarebbe un primo segno verso in cambio di rotta più importante. Quando? Probabilmente negli ultimi giorni di novembre, quando le coste potrebbero mutare drasticamente.