Il buco dell’ozono sopra l’Antartide è il più grande tra quelli registrati negli ultimi anni e, particolarità del 2015, ha raggiunto il suo picco in ritardo. Stando ai data della Nasa, il 2 ottobre ha segnato un’estensione massima di 28,2 milioni di chilometri quadrati rispetto ai 24,1 milioni del 2014, quando il picco si era verificato l’11 settembre. Ad ottobre non si era mai registrata un’ampiezza così elevata, spiegano gli esperti, secondo cui non c’è tuttavia da allarmarsi.
Nei trenta giorni di massima estensione, il buco dell’ozono antartico si è attestato su una grandezza media di 26.9 milioni di Km quadrati, un dato inferiore solo a quelli registrati nel 2000 e nel 2006. Il picco di 28,2 milioni di km quadrati, invece, colloca il 2015 al quarto posto per estensione massima mai raggiunta.
Gli studiosi spiegano che il fenomeno è dovuto alle temperature più fredde del normale nella stratosfera antartica.
Per l’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo) delle Nazioni Unite, il dato “dimostra che il problema del buco dell’ozono è ancora con noi e che dobbiamo restare vigili, ma non c’è motivo per allarmarsi eccessivamente”. La prevista ripresa a lungo termine dello strato di ozono, che protegge la Terra dai raggi ultravioletti, non è in discussione: “Un recupero sostanziale dello strato di ozono – spiega il Wmo – è atteso per la metà di questo secolo, anche se sopra l’Antartide avverrà più in là, probabilmente intorno al 2070”.