Analizzando i dati pluviometrici regionali della prima decade di settembre, attirano assolutamente l’attenzione i 226,8 mm di Siniscola, eccezionalmente superiori alla media mensile di 42,3 mm.
Perchè un picco di precipitazione così accentuato localizzato in quell’area?
Le cause sono orografiche e confermano l’estrema variabilità sub climatica della nostra interessantissima isola. Gli attenti osservatori meteo avranno più volte notato, specialmente durante questa stagione estiva, l’insorgere di attività temporalesca in quest’area in occasione di flussi occidentali. Così è avvenuto anche durante l’ultima ondata di maltempo. Nella prima fase del peggioramento – notte tra martedì 8 e mercoledì 9 – il minimo di bassa pressione ad ovest dell’isola ha messo in moto nei bassi strati un debole flusso sud occidentale. Correnti che, impattando con l’orografia dei settori orientali dell’isola, hanno trovato delle “vie di fuga alternative” per superarla. Nel caso in esame le correnti hanno superato l’ostacolo indotto dal Monte Albo attraverso le vallate situate poco più a sud, presentandosi sulla costa, deviando in direzione delle pressioni inferiori (in questo caso verso nord) e andando così a creare delle linee di convergenza al suolo in prossimità della costa tra correnti di libeccio e scirocco/levante deviato in grado di fungere da trampolino di lancio per intensi moti convettivi. Non è un caso che le precipitazioni maggiori si siano verificate, sotto forma di temporale, tra le 2,30 e le 5,30 (vedi LINK).
Successivamente il minimo depressionario è evoluto ad est della Sardegna determinando una rotazione dei venti al suolo dai quadranti orientali. Correnti umide che hanno impattato con l’orografia dei settori orientali dell’isola scaricando nelle aree a ridosso dei monti accumuli di precipitazione abbondanti, secondo il famoso effetto STAU (la massa d’aria umida proveniente dal mare viene bloccata dai monti e costretta a sollevarsi condensando tutto il quantitativo di vapore acqueo in nuvolosità e precipitazioni che si scaricando dunque preferibilmente sul versante sopravento).