Previsione a breve termine di eventi calamitosi come nubifragi, alluvioni, grandinate e temporali e per il monitoraggio a fini di Protezione Civile: questa la funzione di quattro radar meteorologici che stanno per sbarcare in Italia, Abruzzo e Marche, e in Adriatico, in Croazia e Albania. E’ il progetto Europeo ADRIARadNet la cui conferenza finale si è tenuta all’ Aquila.
In particolare il progetto prevede lo sviluppo di un sistema integrato composto da mini-radar meteorologici, da sensori satellitari, da modelli numerici di previsione idro-meteorologica e da una piattaforma web per interscambio dati. I dati raccolti dai quattro miniradar a basso costo installati nelle aree-test saranno integrati con quelli della rete di sensori di precipitazione e con le uscite dei modelli idrometeorologici. Altro obiettivo quello di creare un sistema informatico via web che possa essere usato sia come collettore dei dati dei sensori di monitoraggio e dei modelli idrometeorologici degli istituti coinvolti capace di veicolare tutte le informazioni utili al controllo degli eventi atmosferici.
“Lo scopo di ADRIARadNet – ha spiegato il responsabile della protezione civile abruzzese, Mario Mazzocca – è quello di integrare e potenziare le reti di monitoraggio già esistenti con l’aggiunta di particolari miniradar meteorologici in grado di monitorare efficacemente la precipitazione in atto”.
“Questi sistemi innovativi – ha spiegato il direttore del Centro di Eccellenza, Cetemps, e coordinatore del progetto, prof. Frank Marzano – sono delle vere e proprie sentinelle contro i temporali e le alluvioni a disposizione delle comunità centro-adriatiche e delle istituzioni di prevenzione e protezione civile”. Il progetto ha visto a lavoro gli esperti per oltre due anni e mezzo e si avvale degli oltre 10 anni di attività di ricerca e sviluppo messa in atto dal Cetemps nel settore del rischio ambientale. Oltre alla protezione civile di Abruzzo e Marche, hanno contribuito al progetto la Fondazione Cima-Albania, il ministero dell’Interno albanese e l’Istituto di Geoscienze di Tirana, la provincia di Dubrovnik e la società Beep Innovation.