Che le temperature sul nostro pianeta stiano crescendo è noto a tutti. In particolare, le crescenti emissioni di gas serra come l’anidride carbonica continuano ad arroventare l’atmosfera e ma gli effetti del riscaldamento globale sul ciclo idrologico non sono ancora pienamente conosciuti. In particolare si sta cercando di capire come l’intensità dei temporali estivi più estremi stanno cambiando e come potrebbero cambiare in futuro. Nelle regioni costiere adiacenti a mari particolarmente caldi, la temperatura del mare può svolgere un ruolo cruciale nell’intensità delle tempeste convettive.
Il Mar Nero e il Mediterraneo orientale, ad esempio, hanno guadagnato circa 2°C a partire dai primi anni ’80. Gli scienziati russi e tedeschi hanno svolto approfondite ricerche circa l’impatto che questo riscaldamento può aver avuto sulle precipitazioni estreme in alcune regioni.
“Il nostro esempio di riferimento è stato un violentissimo temporale che nel luglio 2012 ha investito Krymsk (Russia), nei pressi della costa del Mar Nero: in quell’occasione persero la vita 172 persone”, ha dichiarato Edmund Meredith, uno dei principali autori dello studio. “Abbiamo effettuato una serie di simulazioni ad altissima risoluzione con un modello atmosferico che studia l’impatto dell’aumento delle temperature della superficie del mare sullo sviluppo dei temporali convettivi più violenti e associati a precipitazioni estreme”, ha continuato Meredith.
Le simulazioni hanno mostrato come l’aumento delle temperature superficiali marine sia corrisposto alla crescita dell’intensità delle precipitazioni di oltre il 300%. “Siamo stati in grado di identificare un cambiamento netto, il che dimostra che le precipitazioni convettive rispondono con un segnale forte, non lineare alla crescita delle temperature”, ha aggiunto il Prof. Douglas Maraun, uno degli altri autori. Alla fine di giugno 2015, la vicina città olimpica di Sochi ha registrato un evento di precipitazione insolitamente intenso. Oltre 175 millimetri di pioggia in 12 ore, un evento eccezionale che avvalora ulteriormente lo studio eseguito. “A causa del riscaldamento dei mari, la bassa atmosfera è diventata più instabile sul Mar Nero e nel Mediterraneo orientale. Ci aspettiamo quindi che eventi come quelli di Krymsk o Sochi possano diventare più frequenti in futuro”, ha aggiunto Maraun.