Il cambiamento climatico non è uguale in tutte le aree della Terra. Esistono infatti i cosiddetti “punti caldi” o “hot spot”, aree che si stanno riscaldando più rapidamente di altre e in cui si registrano importanti variazioni nel regime delle temperature e precipitazioni.
Da un interessante studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima e dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, emerge che l’Amazzonia, il Sahel, l’Africa occidentale, l’Indonesia, l’Asia centro-orientale ed il bacino del Mediterraneo sono le aree del pianeta che risentono maggiormente del cambiamento climatico.
“In tutte le aree identificate come ‘hot spot’ sono stati riscontrati cambiamenti congiunti in molti dei parametri climatici considerati (temperatura, precipitazione e loro variabilità), confermando che queste specifiche regioni sono soggette a modifiche delle condizioni climatiche complessive”, spiega Antonello Provenzale, direttore dell’Istituto di geoscienze e georisorse. ”In generale, tuttavia, quasi tutte le regioni del mondo mostrano cambiamenti importanti in almeno alcuni parametri climatici. Nel bacino del Mediterraneo, in particolare, la temperatura media estiva è cresciuta di circa un grado negli ultimi cinquant’anni, parallelamente all’aumento del rischio di onde di calore estive”.
I parametri presi in considerazione sono: temperatura media; precipitazione; variabilità inter-annuale di temperatura media e precipitazione; frequenza di stagioni con temperatura e precipitazione media più alta delle massime nel trentennio precedente; frequenza di stagioni con precipitazione media minore della minima media stagionale nel trentennio precedente.
I cambiamenti registrati in tali parametri, avvertono gli esperti, possono avere effetti importanti sugli ecosistemi, sulle produzioni agricole, sulla disponibilità di risorse idriche, sul rischio geoidrologico.