La massa d’aria calda in ingresso ed espansione su buona parte del Mediterraneo centro occidentale è classificabile come sub tropicale continentale. Il nome ci fa capire immediatamente che si origina nelle aree sahariane o sub sahariane del nord Africa e, sfruttando le ondulazioni meridiane del getto polare, si spinge verso le nostre latitudini per mezzo di promontori anticiclonici. Si tratta di una massa d’aria calda e sostanzialmente secca a tutte le quote troposferiche tuttavia quando arriva sulla nostra isola si presenta estremamente umida. Come mai?
Il diagramma che segue è il radiosondaggio di Cagliari delle 2 di stanotte, una misura delle variabili atmosferiche a tutte le quote troposferiche ottenuta con i palloni sonda. Le due curve nere rappresentano la temperature dell’aria, curva a destra, e il dew point o temperature di rugiada (temperatura alla quale la massa d’aria in questione raggiunge la saturazione e condensa), curva a sinistra. Più le curve sono distanti più la massa d’aria è secca mentre la loro vicinanza denota masse d’aria prossime alla saturazione. Come si evince dall’elaborazione, l’area in arancione è particolarmente secca mentre solo gli strati prossimi al suolo risultano umidi.
Questo accade perchè le masse d’aria calda transitando sul mare relativamente fresco determinano una forte evaporazione degli strati superficiali e si caricano nei bassi strati di tantissima umidità. Inoltre, più la massa d’aria è originariamente calda, maggiore sarà il quantitativo di umidità che potrà trattenere. Quando l’aria sub tropicale è accompagnata da sostenuta ventilazione, lo strato umido può presentarsi spesso per centinaia di metri in prossimità del suolo mentre, come sta accadendo e accadrà nei prossimi giorni, in presenta di ventilazione debole la cappa umida è concentrata in prossimità del suolo.
Il diagramma che segue è la versione “numerica” e più dettagliata di quello appena presentato, utile dunque per avere una chiara immagine della colonna d’aria che ci sovrasta. Come detto, la ventilazione debole, determina una forte concentrazione di umidità nei primi 140 metri. Salendo di quota, dai 200 metri ai 3700 metri, l’interazione col mare si fa sentire di meno e l’aria mantiene le caratteristiche d’origine (molto calda e secca). Per tale motivo, specialmente di notte, lungo i tratti costieri e di pianura l’afa è e sarà pesante a differenza dei centri di collina e montagna dove farà si caldo ma non si suderà. Un ultimo appunto lo dedichiamo ad un leggero aumento di umidità tra i 4000 metri e 7000 metri e tale da permettere l’eventuale formazione dei classici cirri di bel tempo.