Lanusei, ridente cittadina a due passi dal mare, ha un clima di quasi montagna di Sardegna, dal meteo che viene sensibilmente influenzato dalla sua altezza sul livello del mare. Siamo a circa 600 metri di quota. Da queste parti quando soffia il vento di Levante con cielo nuvoloso, piove spesso, e a volte lo fa in modo persistente.
La tarda mattinata del 9 ottobre del lontano 1990, l’alta Ogliastra era sotto violentissimi temporali. I locali poi dissero, che facevano paura. Si annunciarono con forti boati provenienti dal mare ed un cielo nero pece che a Lanusei divenne nebbia. Calarono le tenebre in pieno giorno.
Probamente, la nebbia fu causata dalla base basse della nube della supercella, una shelf cloud, e forse anche bassi fracto-cumuli.
Poi giunse il vento, fortissimo, da uragano, il down burst chiamato in gergo giornalistico italiano, tromba d’aria. E poi si udirono botti terrificanti. Come descriverli se no? Erano proiettili di ghiaccio che cadevano dal cielo.
Avvenne una paurosa grandinata con chicchi grossi come mele. Alcuni chicchi avevano il diametro superiore ai 10 cm di diametro circa, altri di cui non ci è nota la dimensione, pesavano sino a 500 grammi. Un simile evento avvenne quel giorno anche nel Campidano, ma ne riparleremo.
A Lanusei erano le ore 13:00 circa, era notte quasi, e ci fu subito un black out elettrico e telefonico.
Gli alunni uscivano dalle scuole, la gente dagli uffici. Svariate centinaia di auto furono seriamente danneggiate dai massi di ghiaccio che caddero dal cielo, infransero i parabrezza delle auto. Potete immaginare il terrore della gente, il caos. Era un evento meteo mai visto, violento, abbondante, durato svariati e interminabili minuti. Un bombardamento di ghiaccio in piena regola.
Diverse persone furono ferite dai proiettili di ghiaccio.
Danni si ebbero anche in varie abitazioni, con tegole rotte dalla grandine e conseguente entrata dell’acqua. Persino l’Ospedale di Lanusei fu danneggiato.
A fine apocalisse, furono centinaia erano i vetri infranti, le persiane frantumate, mentre le tapparelle delle finestre in direzione del vento erano scheletriche, frantumate dalla duratura e incredibile caduta di grandine.
Il vento spazzò il tetto della Stazione ferroviaria. Fu persino chiuso l’Ufficio Postale per i danni causati dalla grandinata. Furono colpite dalla tremenda tempesta di grandine anche Ulassai, con feriti e danni ingentissimi, Ilbono e Gairo. Località tristemente note per la furia dell’alluvione del 1951.
Era un evento meteo estremo, occasionale, raro a quei tempi, ma non inedito. Si parla, in libri di meteorologia storici, di chicchi di grandine pesanti 1 kg caduti nel giugno 1951 vicino a Macomer. Un valore che se fosse stato documentato come avviene ai giorni d’oggi, farebbe parte dei Guinness World Records, ovvero il Guineess dei Primati.
La tranquilla Sardegna, luogo di mare e vacanza, chi lo avrebbe mai detto che sarebbe avvenuto un evento meteo così drammatico?