Riportiamo il racconto di quel 6 Giugno 1961, gentilmente consesso dal signor Vittorio Fois di Ploaghe, di un’alluvione lampo che investì con eccezionale intensità il Nord Ovest della Sardegna. Da una ricostruzione storica degli eventi, ci risulta che in quel pomeriggio, una stazione meteo di Ploaghe di proprietà della Regione Sardegna, misurò 198 millimetri. Ma la pioggia alluvionale interessò non solo Ploaghe, ma anche fin la zona di Ozieri.
Dell’epoca non sono reperibili su internet notizie, come se un evento così grave non avesse importanza. Eppure devastò tutto il Nord Ovest della Sardegna sino alle campagne di Ozieri.
Da notizie che già avevamo, fu un pomeriggio catastrofico per i collegamenti ferroviari e stradali di allora. Ci furono frane, esondazioni, i fiumi spazzarono via numerosi ponti da Ozieri sino a Sassari. La Sardegna nord occidentale uscì da quell’evento disastrata, con ponti ferroviari e stradali annullati dalla piena dei fiumi, e solo per miracolo non vi furono vittime.
Un temporale disastroso si ebbe anche nei primi di Luglio del 1976, questo investì l’entroterra, tra Ozieri e Tula si ebbero 3 morti.
IL RACCONTO
Le cronache del tempo attuale parlano sempre più delle bizzarrie meteo relativamente, in particolare delle così dette “bombe d’acqua” che quando cadono fanno davvero paura per lo sconquasso che causano soprattutto in località che hanno avuto problemi di natura idrogeologica.
Ed è allora che mi sovviene l’esperienza avuta quando ciò è avvenuto a Ploaghe e dintorni.
Era il 6 giugno 1961. Lavoravo già allora a Sassari e quindi facevo il pendolare viaggiando in treno. L’orario di ufficio era spezzato, si lavorava anche di pomeriggio. Non ricordo il motivo per cui ci dettero il via libera dopo l’orario del mattino. Probabilmente il tempo si prevedeva più problematico.
Presi il treno che da Sassari partiva alle 13,40 pioveva già ma era nella norma. Non esistevano ancora i cellulari e quindi non sapevamo che a Ploaghe e in zona era arrivato un fortunale, sì insomma quello che oggi chiamano appunto “bomba d’acqua”. Si viaggiò comunque è giunti a CAMPO MELA (ultima stazione prima di Ploaghe) sembrava arrivato il finimondo. Lì apprendemmo che era impossibile continuare il viaggio e capimmo subito il motivo.
Eravamo prigionieri del treno perché la piena del rio Mascari, nonostante gli ampi spazi intorno alla stazione, arrivava al di sopra dei predellini della “Littorina”. La pioggia era ancora battente e noi ci trovavamo al centro di un fortissimo temporale. I fulmini cadevano a poca distanza facendo strage di pali che sostenevano cavi di corrente.
Arrivarono notizie relative alla situazione drammatica in atto. Il treno successivo al nostro partito da Sassari alle 14,20 era bloccato a Scala di Giocca, stazione precedente a quella dov’è eravamo noi. Sapemmo che un ponte sulla ferrovia prima della Galleria di Scala di Giocca in direzione Ploaghe era crollato qualche minuto dopo il passaggio del treno dove eravamo noi.
Lo spettacolo ancorché pericoloso e drammatico aveva una sua suggestione. Vedevamo nella piena che scendeva dalla zona di Ploaghe animali già morti, ovini, bovini ed equini in quantità. Nei giorni successivi sapemmo che nei seminterrati del cementificio di Scala di Giocca, la piena aveva trascinato molti animali morti affogati. I ponti stradali sul Rio Mascari (non esisteva ancora la 131) erano crollati e molti danni erano stati causati da frane sulle ferrovie.
Quindi sorse il problema del rientro a casa di tutti i viaggiatori presenti nei treni fermi alle stazioni.
Mentre col deflusso dell’acqua, una volta smesso di piovere, noi a Campo ela potevamo raggiungere la strada e attendere (stanchi e affamati) mezzi che potessero portarci a destinazione, quelli invece che erano a Scala di Giocca (lo sapemmo successivamente) vennero trasportati con passerelle poggiate sui finestrini e sulle finestre della vicina stazione poiché l’acqua copriva oltre la metà dei sedili della “littorina”.
Le famiglie giustamente preoccupate si erano in qualche modo interessate a mandare qualche mezzo tenendo conto però del fatto che anche a Ploaghe c’erano difficoltà per i danni prodotti soprattutto nel tratto Ploaghe stazione messo? in discesa per cui soprattutto il deflusso dell’acqua aveva creato problemi alla circolazione delle auto.
A Campomela arrivò per noi (viaggiava con me anche Mariangela) un camion che fu costretto come tutte le auto a modificare itinerario di rientro non potendo utilizzare la strada diretta per via delle interruzioni. Perciò Campomela -Muros-Cargeghe-Florinas-Ploaghe. Arrivò in paese in tardo pomeriggio quasi all’imbrunire.
Nei giorni successivi si contarono i danni che furono tanti. Ponti crollati, frane, detriti trasportati dall’acqua. Passò tanto tempo per poter utilizzare strade e ferrovie per arrivare a Sassari con tutti i disagi possibili e immaginabili che perduravano nel tempo.
Ricordo anche la morte di un pittore sassarese di una certa levatura, di cui mi sfugge il nome, che soffermatosi sul ponte di MOLAFA’, nelle vicinanze di Sassari sotto il quale passava il rio Mascari, affascinato dalla piena del fiume, fu travolto dal crollo del ponte stesso e il suo cadavere fu trovato giorni dopo in mare nei pressi della foce del rio.
Vittorio Fois, Ploaghe
VUOI RACCONTARE ANCHE TU eventi meteo storici di cui sei stato osservatore? Inviaci il materiale a contatti@meteosardegna.it