Negli ultimi giorni stiamo monitorando con attenzione i cambiamenti in seno alle complesse dinamiche atmosferiche. Cambiamenti che potrebbero avere un impatto anche in troposfera entro 2-3 settimane, così da condizionare pesantemente l’ultimo scorcio d’inverno. Ma il condizionale è d’obbligo in quanto il rapporto causa-effetto tra i vari piani atmosferici non è scontato.
Osservando la prima figura si dà risalto a due variabili alla quota isobarica 10 hPa (Stratosfera): la temperatura (nelle varie gradazioni di colore), il vento (rappresentato da linee). E’ possibile evidenziare la formazione di un dipolo con una circolazione ciclonica sul Mare del Nord e una circolazione anticiclonica centrata sul Canada. Interessante evidenziare anche un’area più calda all’interno del circolo polare artico.
A quanto pare l’improvviso riscaldamento stratosferico dovrebbe raggiungere l’apice in questi giorni, provocando uno spostamento del Vortice Polare Stratosferico dalla propria sede naturale. Stante le ultime proiezioni non dovrebbe trattarsi di un evento eclatante, in grado di demolire il Vortice con conseguente inversione dei venti zonali (se non temporaneamente). Inversione che, secondo autorevoli studi scientifici, conduce a un forte indebolimento della corrente a getto polare con conseguenti profonde espansioni di masse d’aria artiche verso le medie latitudini.
Secondo GFS non dovrebbero essere questo il caso. Sempre alla quota di 10 hPa scorgiamo un rotazione anticiclonica dei venti, ma non omogenea. Cosa attendersi, quindi, sul fronte meteo climatico? E’ probabile che tale sconquasso abbia comunque delle conseguenze, anche in virtù del fatto che in troposfera permangono anomalie di temperatura positive su gran parte dell’Artico. Tutto ciò potrebbe dar luogo a un mese di febbraio estremamente variabile, con tendenza a freddo crescente nella seconda metà del mese.