Indicatori come ad esempio la temperatura della superficie oceanica e delle superfici terrestri confermano il graduale riassorbimento di “El Nino”. Ma a detta degli esperti del NOAA i modelli climatici mostrerebbero già dei pattern favorevoli allo sviluppo del fenomeno opposto: “La Nina”. Al pari del suo predecessore, potrebbe assumere intensità rilevante.
“L’incertezza rimane”, scrivono i ricercatori in una nota, “al momento abbiamo circa il 50% di probabilità che possa svilupparsi”. Vi rammentiamo che durante i periodi di ENSO negativo le acque superficiali del Pacifico equatoriale risultano più fredde della norma. Gli alisei raffreddano quella parte d’oceano e si hanno notevoli influenze sullo sviluppo di cicloni e uragani. Gli episodi più intensi sono stati registrati nel 1973-1974, 1975-1976, 1988-1989 e 2010-11 (in questo caso vennero registrate le inondazioni più violente della storia della Cina e del Bangladesh).