Inevitabilmente si sta rivolgendo l’attenzione agli usi civici della risorsa acqua, ma molti trascurano l’importanza della stessa per il nostro comparto agricolo. La Sardegna è terra d’agricoltura, da sempre, e vede nell’acqua una fonte imprescindibile per guadagni futuri. Non possiamo, quindi, non preoccuparci dopo aver appreso delle difficoltà dei nostri agricoltori. I bacini allo stremo, specie nella Nurra, stanno mettendo a serio rischio le “primizie” stagionali.
Dobbiamo metterci nei panni degli agricoltori, certo, ma dobbiamo metterci anche nei panni dei consorzi. Fornire l’acqua, di questi tempi, è impresa ardua. Rischia di diventare una “mission impossible”. Non pioverà sino ai primi di febbraio, ciò significa che la siccità continuerà ad attanagliarci e che i rubinetti delle campagne si chiuderanno sempre più. C’è chi sta pensando, giustamente, di rinunciare alle semine e quindi all’intera stagione agricola. Troppi i rischi da caricarsi sul groppone. E come non essere d’accordo? A prescindere dalla qualità della rete di distribuzione, è innegabile che la cronica carenza di pioggia rischia di fiondarci in un futuro ancor più fosco.
Pensiamoci, quindi, ogni volta che a sentir pronunciare le parole “sole, bel tempo, caldo” esclamiamo “che bello! Speriamo continui così…”.