Il sogno di qualsiasi vero appassionato di meteorologia è quello di andare a dormire sapendo che al risveglio troverà tutto ammantato di bianco. Per questo motivo ho sempre provato un po’ di invidia per quei bambini di Detroit, Chicago o Boston per fare alcuni esempi, ai quali se si diceva che l’indomani avrebbe nevicato, l’unico sforzo che dovevan fare era quello di puntare la sveglia in anticipo e tenere a bada l’adrenalina.
La certezza della neve, la certezza della nevicata è una cosa che manca indubbiamente a chi, come me, nasce e cresce in Sardegna e in particolar modo a Cagliari. Ma la Nostra Terra è una terra straordinaria, ricca di aree climatiche e microclimi diversi, capaci di regalare grandi soddisfazioni meteo.
Così venerdì sera, rientrando a casa piuttosto stanco dal lavoro, ho deciso che volevo sognare anche io. Per farlo, quattro cose sistemate dentro un trolley e un caffè, poi subito in macchina direzione Fonni.
L’aria fredda artico-marittima avrebbe fatto il suo vivace ingresso da nord ovest nelle prime ore di sabato, generando degli impulsi instabili che dal mare si sarebbero propagati verso l’interno. Fonni e la Barbagia di Ollolai si trovano decisamente in prima linea e sopravvento rispetto a tali correnti.
Ho scelto di dormire in un noto agriturismo a 2 km dal rinomato centro barbaricino, sulla strada per Desulo. Durante il tragitto la temperatura si è mantenuta piuttosto alta, specie sulla 131, ma sapevo che ben presto l’aria artica si sarebbe propagata dalla media troposfera verso il basso e che la sterile copertura alta e prettamente stratiforme avrebbe lasciato il passo ai classici nembostrati leggeri e cotonati.
Arrivo a destinazione con temperatura di poco superiore allo 0. Posto stupendo, cena favolosa, personale accogliente e camera confortevole e caldissima. Scambio due parole con la titolare, lei sicura mi dice che ancora non era l’aria giusta e non erano le nubi giuste. Lungi da me contraddirla, viva l’esperienza, aveva ragione, ancora qualche ora d’attesa.
Sono andato a dormire felice come un bambino, come un bambino che aspetta di alzarsi presto per scartare i regali portati nella notte da Babbo Natale.
Verso le 6 sono stato svegliato da un rumore sordo, la neve non fa rumore. Spalanco le tapparelle e fuori era tutto bianco, cadeva una fitta neve granulosa, caratteristica di queste repentine avvezioni fredde artiche, si erano aperte le danze. Di li a poco i piccoli granuli di neve hanno lasciato il posto a veri e propri fiocchi, che hanno continuato a cadere copiosi per tutta la giornata.
Di seguito altre testimonianze foto della bellissima ed emozionante esperienza.
Pierfranco Serra