E’ un’ipotesi che stiamo seguendo fin dall’ultima settimana di dicembre. Chi ci legge assiduamente saprà che le varie analisi proposte focalizzarono l’attenzione sui crescenti disturbi in seno al Vortice Polare, a carico cioè di quell’enorme trottolone gelido che sino a poco tempo fa tratteneva a sé tutto il gelo invernale confinandolo al Circolo Polare Artico. Oggi, scrutando tra i vari indici climatici che ci consentono di stilare tendenze a lungo termine (si badi bene, tendenze non previsioni) abbiamo strabuzzato gli occhi nel vedere l’indice AO in caduta libera. La sigla sta per “Artic Oscillation”, se preferite “Oscillazione Artica”. Apparentemente complesso, l’indice non è altro che la differenza di pressione tra l’Artico e le medie latitudini. Semplifichiamo ancora: ci dà un’idea dello stato di salute del Vortice Polare.
Ora, l’indice può assumere valori positivi o negativi. Nel primo caso è statisticamente comprovata la presenza di Alta Pressione alle medie latitudini e di Basse Pressioni oltre il 60° parallelo (per intenderci, una situazione tipicamente da AO positiva è quella che ha portato alle condizioni meteo climatiche dei mesi di novembre e dicembre 2015). Se l’AO assume segno negativo lo scenario è letteralmente capovolto: le Alte Pressioni migrano a nord, le Basse Pressioni – spesso accompagnate da freddo o gelo – migrano a sud.
A questo punto vi facciamo una domanda: osservando la proiezioni dell’AO per i prossimi 15 giorni cosa se ne deduce? Beh, se avete difficoltà nel rispondere ve lo diciamo noi: la negatività dell’indice depone a favore di un Vortice Polare allo sbando. Le probabilità per ondate di freddo, anche intenso, alle medie latitudini cresceranno e potrebbero innescarsi quelle dinamiche ideali per acute fasi di maltempo invernale in Sardegna. Il tutto a partire dal 15 gennaio, giorno più giorno meno.