Diciamo subito che le perturbazioni attese nei prossimi giorni – la prima, incisiva transiterà nel fine settimana – riporteranno un po’ di neve sul Gennargentu. Probabilmente nevicherà oltre i 1200-1400 metri, non più giù. La matrice dell’aria in arrivo è nord atlantica: non mite, ma neppure troppo fredda. Sicuramente sarà carica d’umidità e per questo piuttosto instabile.
In tanti si staranno domandando, lecitamente, quand’è che la neve sceglierà di rompere gli indugi anche a quote inferiori. Diciamo che almeno sino al 10 gennaio tale ipotesi è da escludere. Dopo, invece, le probabilità potrebbero crescere rapidamente. Ora vi spieghiamo il perché, ma prima di addentrarci nella discussione ci teniamo a sottolineare che quanto si sta per scrivere non rappresenta una previsione. Si tratta di una linea di tendenza scaturente dall’attenta analisi di alcuni indici climatici.
Come ben saprete dicembre è stato segnato da una poderosa anomalia meteo climatica: una delle cause è certamente il Vortice Polare (il trottolone gelido che staziona al Polo Nord) che ha trattenuto a sé tutto il gelo invernale. Avendo campo libero, le Alte Pressioni sono state in grado di stazionare facilmente alle medie latitudini. Ultimamente alcuni disturbi (pulsazioni d’aria calda verso le alte quote) hanno destabilizzato il Vortice: l’ultima, tutt’ora in atto, è quella che sta dando luogo al cambio circolatorio e all’interruzione del dominio anticiclonico. Ora, per capire quel che potrebbe succedere più in là nel tempo dobbiamo dirvi che un terzo impulso d’aria calda – stavolta in partenza dal Pacifico – potrebbe raggiungere il Polo Nord. A quel punto ecco che il Vortice sarebbe costretto a migrare dall’Atlantico verso il comparto continentale euro-asiatico.
Nel trasferimento si avrebbe inizialmente una rimonta anticiclonica nord africana sulla nostra isola, in seguito potrebbero intervenire vari impulsi freddi artici capaci di portare maltempo e nevicate a bassa quota. Impulsi che potrebbero raggiungerci perché il terzo impulso d’aria calda dovrebbe innescare non soltanto lo spostamento del Vortice, ma anche una spinta dell’Alta delle Azzorre verso nord. E quando l’Alta delle Azzorre va verso la Groenlandia, o il Regno Unito, ecco che le irruzioni fredde sono facilitate nei movimenti meridiani. Insomma, l’inverno con la I maiuscola potrebbe farsi vedere attorno a metà gennaio.