Qualcuno dirà che serve un miracolo, noi vi diciamo che affinché le masse d’aria gelida possano raggiungere la Sardegna servono particolari condizioni bariche. Sicuramente tutta una serie di elementi a favore, nello specifico il posizionamento di Alte e Basse Pressioni in modo che il gelo possa sbarcare sul Mediterraneo. Ciò che serve, solitamente, è che l’Anticiclone migri a nord o nordest e che vi stazioni per qualche giorno. E’ sicuramente più frequente osservare irruzioni fredde d’origine artica, propiziate da innalzamenti dell’Alta delle Azzorre in pieno Atlantico. In questo modo si hanno quelli che in gergo prendono il nome di “scambi meridiani”, ovvero enormi masse d’aria in grado di scambiarsi posizione da nord a sud.
Per il gelo continentale (del quale si è parlato dettagliatamente ieri in questo approfondimento) è necessario che vi sia un’Alta Pressione collocata quanto meno in Scandinavia, o che magari l’Alta Russo-Siberiana varchi gli Urali sospingendo il suo alito gelido alle medie latitudini. La prima delle due dinamiche or ora descritte si sta verificando proprio in questi giorni ed è per questo che l’Europa orientale prima, quella settentrionale poi, subiranno i pesantissimi effetti del gelo russo. E noi? Beh, da noi non riuscirà a sfondare perché a ovest c’è un pressing delle perturbazioni atlantiche notevolissimo. Saranno proprio le perturbazioni, che avranno il merito di riportarci le piogge, a evitare l’arrivo dell’aria gelida.
Ma il gelo stazionerà per svariati giorni al di là delle Alpi e qualora dovesse risvegliarsi l’Anticiclone delle Azzorre – puntando verso nord – saremo pronti a raccogliere i frutti di un’irruzione invernale coi contro fiocchi. Accadrà? Difficile dirlo. Quel che possiamo dirvi è che gli indici climatici più importanti indicano un gennaio sicuramente più dinamico di dicembre, quindi una minore ingerenza delle Alte Pressioni alle nostre latitudini. Concludiamo mostrandovi una mappa esplicativa: si tratta della circolazione d’aria ad alta quota per domani: è evidente come le correnti miti pieghino decisamente verso il Polo Nord, per poi catapultarsi sull’Europa orientale caricandosi sulle spalle il gelo presente al Circolo Polare Artico.