Sicuramente, come s’è detto anche per Alghero, è un’occasione più unica che rara per allungare la stagione turistica e non è un caso se anche nel Capoluogo gallurese è possibile imbattersi – tutt’oggi – in frotte di turisti stranieri vestiti in short e maniche corte. Ma va detto che l’attuale situazione, due mesi di siccità e tempo stabile, sta acuendo delle situazioni di criticità che si protraggono da tempo. La mancanza d’acqua ha rappresentato un problema importante anche passato, a prescindere dalla qualità della rete di distribuzione e dagli aspetti idrogeologici ben noti. I bacini a monte della città sono allo stremo e se la pioggia non dovesse arrivare si rischia di dover sopportare le prime riduzioni. C’è bisogno di pioggia, è un fatto assodato, ma la speranza è che le precipitazioni possano cadere laddove il bisogno è reale: negli invasi. Le alluvioni e i temporali servono poco o nulla, ora attendiamo con ansia le perturbazioni atlantiche e si spera ne arrivino tante.
Perturbazioni che avranno un altro ruolo importante. Quello di ripulire l’aria dalle polveri sottili. Anche l’area urbana del Capoluogo gallurese soffre di un traffico eccessivo e della presenza dei due scali aeroportuale e portuale. Non è infrequente osservare valori di PM10 superiori ai limiti di legge. Guardate, ad esempio, l’immagine sottostante: la centralina dell’Arpas rilevava, lo scorso 18 dicembre, una media giornaliera di PM10 addirittura prossima a 60 microgrammi al metro cubo. Non scordiamoci che la legge prevede, come limite, un valore massimo giornaliero non superare a 50! Ecco quindi che la necessità che il tempo cambi è reale, speranza risposta oramai ai primi giorni del 2016.