Proviamo ad affrontare l’argomento in modo semplice, diretto, sempre troppi tecnicismi. Ma ci perdonerete se all’interno dell’articolo troverete alcuni aspetti che necessitano di riferimenti specifici, altrimenti non sintetizzabili. Diciamo che già dal titolo si ha un’idea del sentimento diffuso che regna tra gli amatori e i professionisti della meteo. Il tempo anticiclonico, se dura troppo, oltre che rappresentare un problema gravissimo abbatte l’entusiasmo dei più e riduce al lumicino gli spunti di discussione.
Quando piove troppo ci si lamenta, quando invece non piove sembra che tutto sia normale. Ma non lo è. Anche gli amanti del sole e del clima mite dovranno farsene una ragione: l’Anticiclone se ne deve andare, punto e basta. O pagheremo conseguenze incalcolabili nei mesi venturi. Qui in Italia, come del resto in Spagna e in altre zone d’Europa, è da un mese che si ha a che fare con l’Alta Pressione. La figura che segue ci dà un’idea delle marcate anomalie positive all’altezza di geopotenziale di 500 hPa (diciamo grossomodo a oltre 5000 metri d’altitudine) rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010. Lasciamo perdere numeri e quant’altro: sappiate soltanto che la colorazione dal verde al rosso rappresenta anomalie positive crescenti. Gran parte d’Italia si trova all’interno dell’arancio, quindi tra le anomalie più consistenti.
I periodi anticiclonici sono comuni in inverno, questo va detto, ma non tra novembre e inizio dicembre quando invece dovrebbe piovere e piovere a volontà. La peggior notizia di tutte è che recenti studi scientifici collegano la maggiore potenza e persistenza dell’anticiclone subtropicale col cambiamento climatico e il riscaldamento globale… Significa che tali periodi potrebbero rappresentare, in futuro, la normalità.
Ora, se è vero che il bel tempo può far piacere, è altrettanto vero che la staticità atmosferica e la carenza di piogge recano più danni che benefici. Quindi, fate un po’ voi…