Nelle ultime settimane in Sardegna piove tantissimo, dopo un prolungato periodo di siccità, le piogge sono giunte determinando anche condizioni di eccesso pluviometrico, con un sensibile aumento di portata dei corsi d’acqua un po’ ovunque.
Eppure, tutta questa pioggia che cade assieme, peraltro un evento meteo tutto abbastanza ricorrente in Sardegna, fa parte assieme alla siccità estiva e quella periodica che avviene in altri periodi dell’anno, di quei processi chiamati di desertificazione.
La desertificazione è il degrado del suolo non solo nelle terre aree aride, ma anche in quelle semi-aride e subumide asciutte, note come terre aride, e questo derivante da molti fattori, comprese le attività umane e le variazioni climatiche. La portata e l’intensità della desertificazione sono aumentate in alcune zone delle zone aride negli ultimi decenni in tutto il pianeta.
La desertificazione ha ridotto la produttività e i redditi agricoli, ha contribuito alla perdita di biodiversità in alcune regioni delle zone aride. In molte zone aride la diffusione di piante invasive ha portato a perdite nei servizi ecosistemici, mentre l’eccessiva estrazione d’acqua sta portando all’impoverimento delle acque sotterranee, ovvero falde acquifere.
È probabile che la variabilità climatica, il cambiamento climatico antropogenico, in particolare attraverso l’aumento della temperatura dell’aria sulla superficie terrestre e dell’evapotraspirazione, la sempre più maggiore variabilità delle precipitazioni, abbiano avuto un ruolo nel causare la desertificazione in alcune aree dette aride.
Per fortuna i processi di desertificazione sono molto lunghi nel tempo, e quando si parla di desertificazione di un territorio come il nostro, ciò non vuol dire che avremo il deserto del Sahara entro pochi anni in casa.
Lo sottolineiamo ancora, anche se piove tantissimo come succede questi giorni, è come se cadesse una goccia d’acqua nel deserto, in quanto in troppo breve tempo sono giunte precipitazioni in ampie aree della regione, intervallate da fasi di siccità amplissime. Nei primi 10 giorni del mese di novembre, in alcune località della Sardegna orientale e meridionale sono caduti circa 1/3 delle precipitazioni medie annue. E tali fenomeni non sono isolati nel tempo, ma li vediamo rinnovarsi su varie annate.
La desertificazione è complice del cambiamento climatico, sia individualmente che in combinazione, e ridurranno la fornitura di servizi ecosistemici, comprese le perdite di biodiversità. Per intenderci, questo processo tenderà a modificare l’ambiente naturale e l’agricoltura.
Si prevede che la desertificazione e il cambiamento climatico causino riduzioni della produttività delle colture e del bestiame. Modifichino la composizione delle specie vegetali e riducano la diversità biologica nelle zone aride. L’aumento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera favorirà un’espansione più rapida di alcune specie vegetali invasive.
Una riduzione della qualità e della quantità delle risorse a disposizione degli erbivori può avere conseguenze. Ad esempio, in Sardegna un eventuale riduzione del periodo in cui c’è a disposizione erba verde dei prati, andrà a danneggiare l’allevamento ovino.
Gli aumenti previsti della temperatura e la maggior gravità degli eventi di siccità aumentano le possibilità che si verifichino incendi. Gli incendi sono un fenomeno che in Sardegna e piuttosto comune, e non di certo nuovo a questi anni.
In conclusione, tutta questa pioggia che cade colmerà temporaneamente la siccità, ci fornirà risorse di idriche, però per rallentare il processo avviato di desertificazione è necessario che vi sia un regime pluviometrico regolare, anche se questa è solo una speranza, in quanto la scienza prospetta cambiamenti climatici che nel Mar Mediterraneo vedranno una maggiore influenza delle masse d’aria del Sahara.
Ma facendo il punto sulla desertificazione, non è di certo ideale quanto abbiamo visto in questi ultimi decenni in Sardegna, e lo ripetiamo ancora: piove molto male e in tempi ristretti. L’acqua fugge rapidamente verso il mare, e le falde acquifere tendono ad abbassarsi ulteriormente.
Inoltre, i lunghi periodi di siccità seguiti da piogge abbondanti, talvolta anche di forte intensità, generano erosione e una modifica biochimica del suolo, ovvero una sorta di anticamera del deserto.