Per l’evoluzione meteo della Sardegna sul lungo termine non abbiamo buone notizie, abbiamo consultato il centro meteo europeo con le previsioni stagionali. Dove osserviamo la tendenza ad una persistente condizione di deficit pluviometrico.
Non significa totale assenza di pioggia, ma potrebbe piovere decisamente meno rispetto alla norma.
Non ci troviamo, per ora in quella situazione che si venne a creare durante la stagione delle piogge 2017-2018. Usciamo da stagioni che hanno avuto una pluviometria migliore, ma attenzione, l’assenza di precipitazioni irregolari durante la stagione autunnale, e gran parte di quella invernale, potrebbe determinare una situazione comunque siccitosa, anche perché lo stato di partenza è quello della fine dell’estate, con le campagne ancora in prevalenza brulle, assetate.
Le seguenti foto sono scatti di Daniele Mereu, Ploaghe, e mostrano la conseguenza dell’assenza di pioggia nella zona.
Durante la stagione tardo primaverile 2018, a seguito di un lunghissimo periodo di siccità, si ebbero fortissime precipitazioni che a intermittenza proseguirono persino ad agosto, ma furono piovosi giugno e luglio, periodi dell’anno estremamente siccitosi, come succede in tutte le regioni mediterranee.
La Sardegna non è nuova alla siccità, la storia documenta un’estrema irregolarità pluviometrica, gli stessi fiumi che attraversano la Sardegna, o meglio i tanti torrenti, hanno un carattere detto torrentizio, ovvero irregolare, e sono pochi qui fiumi con acqua che scorre tutto l’anno.
E questo la dice lunga sulla pluviometria della Sardegna.
I motivi di questa irregolarità pluviometrica, secondo alcuni climatologi va ricercata sull’altezza modesta dei rilievi, che non sbarra sufficientemente le nubi delle perturbazioni oceaniche trasformandole in pioggia. Tuttavia, questa teoria traballa parecchio
Inoltre, nelle tante annate siccitose, mancano le perturbazioni, e i monti sbarrerebbero solo il vento secco. E poi, negli ultimi anni è la presenza di Alte Pressioni invernali e autunnali, con la conseguente assenza delle perturbazioni a causare la siccità nelle stagioni piovose.
Erba ingiallita vuol dire siccità, comunque. Da qualsiasi parte la si osservi, quest’anno, nonostante le precipitazioni irregolari del mese di settembre, con alcuni nubifragi, poco è cambiato. Abbiamo un mare caldo che avrebbe potuto alimentare la forza delle perturbazioni che nel caso di un loro passaggio sarebbero state più piovose perché alimentate da umidità e calore. Queste sono transitate al Sud Italia, dove varie regioni ci sono state piogge copiose per più giorni. Ma or ora ci sarà l’alta pressione che incombe. Pensate che si parla del ritorno a temperature elevate per la prossima settimana. E tutto ciò allontana la possibilità di avere un ritorno delle piogge regolari, ma anzi aumenta la possibilità di eventuali meteo estremo nel futuro.
E allora la siccità potrebbe essere un male durevole, che con i cambiamenti climatici potrebbe essere abbattuto eventualmente da variazioni meteo anomale come quelle che sono venute in annate come il 1976, il 2002, oppure nel recente 2018. Tutte annate anomale, dove nella stagione delle piogge è piovuto meno rispetto alla norma, mentre quando ci sarebbe dovuta essere la siccità estiva si sono abbattuti violenti temporali e grandi piogge.
E adesso, c’è solo da augurarsi che le proiezioni stagionali sbaglino di netto la previsione. Però c’è anche da distinguere bene le cose: alcuni mesi potrebbero essere con precipitazioni vicino alla media su alcuni lati della regione, e non vorrei che ciò avvenisse esclusivamente per eventi meteo estremi, quindi poco utili a far sparire l’incubo siccità. Ma in una visione d’insieme, autunno inverno vengono prospettati con un deficit pluviometrico, il tutto contrario a quelli che sono gli indici di comportamento del clima, che davano invece una stagione delle piogge ricca di precipitazioni.