La temperatura superficiale dei mari attorno alla Sardegna, e in genere quella di gran parte del Mediterraneo centrale e occidentale, è superiore rispetto al 2013, quando una insospettabile area di bassa pressione andò a innescare una serie di raffiche di super temporali che colpirono ampie aree della regione.
In questi giorni in Sardegna si è parlato di prevenzione alluvioni, sicuramente si è fatto qualcosa per lenire gli effetti di eventuali temporali con piogge torrenziali. Però, dobbiamo rammentare e sottolineare che taluni eventi atmosferici sono talmente intensi, che nel passato si sono manifestati con una tale eccezionale intensità, che seppur si dovessero attenuare i danni e ridurre i rischi alle persone, non si potranno mai azzerare.
I sistemi di allerta meteo in Italia potrebbero essere ben più efficaci e martellanti.
Abbiamo invocato l’attivazione di servizi di allerta al pari di alcuni Paesi esteri, abbiamo citato la Grecia, che attraverso gli smartphone allerta tutta la popolazione presente nelle aree a rischio (non residenti compresi, e utenze straniere), in ambito meteo, incendi, con avvisi emessi con messaggi sonori o messaggistica. Si tratta di un segnale forte che incute nel cittadino l’attuazione delle norme di sicurezza, in quanto lo Stato siamo noi, e le allerte meteo sono indirizzate al cittadino, e non possono essere veicolate con metodi che sono obsoleti.
A volte, non di rado, facciamo fatica anche noi a comprendere le varie allerte meteo, figuriamoci un cittadino. E le allerte in Italia vengono raccontate capillarmente dai mass media e siti meteo, con un chiacchiericcio che invece necessità di formalità.
Con questo articolo non stiamo avvisando che avremo delle alluvioni autunno, nessuno può saperlo, ma la fragilità del territorio, l’orografia, la predisposizione di talune aree ad essere soggette ad alluvioni lampo durante talune configurazioni di bassa pressione, per altro con eventi atmosferici estremi difficilmente prevedibili con largo anticipo. In merito a questo, abbiamo scelto un servizio giornalistico eloquente di quei giorni, trasmesso dal TG della 7 con Mentana e Paolo Sottocorona, e numeri altri contributi,
Ma il territorio è vulnerabile, le condizioni meteo estreme, ed ecco che in tempi più recenti si sono verificate altre alluvioni, per altro una ha allagato mezzo oristanese. Ecco il video del 2015.
È ormai prossima la stagione dell’autunno meteorologico, ed è opportuno parlare del rischio alluvioni, in quanto è la stagione in cui questi eventi atmosferici si verificano con maggior frequenza. Le alluvioni raggiungono un picco di frequenza e intensità tra ottobre e novembre in Sardegna, però ci sono alluvioni anche durante i mesi invernali.
La Sardegna è molto fragile soprattutto nel settore orientale. Ma non dobbiamo dimenticare che anche la parte occidentale della regione ha le sue vulnerabilità. Citiamo Sassari, che nel conteso della Sardegna è una grande città costruita in parte sul letto di un torrente quasi sempre asciutto che parte dal Fosso della Noce per raggiungere il Golfo dell’Asinara. Su tale area sono stati fatti degli studi e delle proiezioni sul rischio alluvionale non rassicuranti.
Ma sono parecchie le aree che potrebbero essere a rischio. Lo era un periodo con ricorrenza Bosa, dove il fiume Temo esondava e allagava la città. Tale rischio è stato fortemente ridotto dopo la costruzione a monte di una diga di sbarramento delle acque.
Tuttavia, di fronte a eccezionali nubifragi che gli archivi meteo dimostrano possibili perché avvenuti nel passato, anche recente, è necessario che i cittadini non sottovalutino mai l’allerta meteo diffuse dagli enti preposti e a questo punto rilanciata come notizia dai mass media. Allerte che a volte non sono state accompagnate dal maltempo, ma è questa la meteorologia, una proiezione. Una previsione meteo e non certezza.
Ma ormai, strumenti di previsione sempre più precisi sono diventati un prezioso supporto per ridurre i danni e soprattutto il rischio che vite umane periscano.
Olbia, città costruita in una pianura di origine alluvionale e disseminata di canali. Un titolo dell’Ansa scriveva, Legambiente: Olbia città a rischio, “liberiamo i canali”. Era il luglio 2020. In emergenza pandemia non sappiamo cosa sia stato fatto fino ad ora, ma Olbia resta una città a rischio idraulico.
Infine, Vi abbiamo parlato di Bitti, ma lì la situazione è ben differente, riguarda un dissesto idrogeologico dove forse qualcosa di ben oltre rispetto a quanto fatto, si può fare, e non abbiamo adeguato materiale a riguardo per parlarne nel dettaglio. Ma resta un evento molto delicato, gravissimo il suo rischio idrogeologico.
Sardegna, bellissima terra, mare stupendo che anche quest’anno è divenuto scenario di migliaia e migliaia di foto sparse nel web. Ma qui non c’è solo il mare, la Sardegna non esiste solo d’estate. Ci sono annosi problemi naturali da alleviare. In questa estate ci sono stati incendi devastanti, non biblici come nel passato. Io stesso ho percorso decine e decine di km dopo un incendio in un ambiente spettrale e di morte. Citerei il 1993, un’estate drammatica, forse peggio di questa trascorsa. In quella tragica estate ci furono anche delle vittime umane.