La Regione Sardegna aveva provato in tutti i modi a porre una barriera protettiva alla pandemia, ma l’Estate è trascorsa con decine e decine di contagi (noti). E a farne le spese è anche la sanità regionale che non è di certo definibile all’avanguardia, sia perché è quasi totalmente privata, sia perché non c’è alcun zio Bill come in altre regioni, a finanziare con milioni di euro strutture e attrezzature.
Il provvedimento è stato firmato dal governatore della Regione Christian Solinas, questo a seguito dell’ormai noto innalzamento dei casi di Covid dovuti alla movida estiva, oltre che parrebbe, a comportamenti non in linea con quanto consigliato vivamente dalle autorità competenti.
Chi sbarca sull’Isola è “invitato” a presentare un certificato di negatività al virus oppure dovrà sottoporsi a un tampone e restare in isolamento fiduciario in attesa del risultato.
La mossa della Regione Sardegna parrebbe che non sarà ostacolata come avvenne in passato, e poi non sta creando quel vespaio di polemiche avvenute in Primavera, quando invece si sarebbe dovuto avviare un sistema di partecipazione collettivo, per mantenere quasi immune da Covid il territorio.
Da lunedì, 14 settembre, chi arriva sull’Isola è “invitato” a presentare un certificato di negatività al virus Covid agli imbarchi di navi e aerei o a autocertificare di essere risultato negativo a un test sierologico, molecolare o antigenico (ma tutti diranno la verità?).
In assenza di questo “accetta” di effettuare un tampone entro le 48 ore dall’arrivo e a comunicarne l’esito alle autorità sanitarie locali. Nella stessa ordinanza viene imposto da subito l’obbligo di indossare le mascherine a tutte le ore anche all’aperto nel caso in cui non sia possibile rispettare la distanza di un metro.
Va comunque sottolineato che in regioni già pesantemente colpite, la mascherina è divenuta di uso comune, e non di certo è un segnale di chissà che.
È necessario tutelare la salute degli altri. E ricordiamo che la mascherina chirurgica protegge dal Covid soprattutto gli altri, quindi è da considerare un segno di rispetto altrui.