Per comprendere quel che potrebbe accadere da qui alla fine del mese dobbiamo prendere in considerazione le complesse dinamiche atmosferiche a capo della circolazione emisferica. In particolare, chi ci segue lo sa, ci occupammo del Vortice Polare. Ricapitoliamo: in autunno vi furono tutta una serie di disturbi – traducibili in impulsi di calore – che dalla troposfera si propagarono verso la stratosfera e provocarono seri problemi di salute al trottolone gelido. In tutto ciò è bene tenere a mente due elementi a nostro avviso imprescindibili: El Nino strong e le persistenti anomalie termiche positive del Circolo Polare Artico.
Ai piani bassi atmosferici si sono create condizioni di surplus termico che condizionano tutt’oggi certe dinamiche. In che modo? Ve lo spieghiamo. Il Vortice Polare, dopo aver patito le pene dell’inferno, s’è preso una bella rivincita. S’è rafforzato (raffreddandosi e approfondendosi, proprio come una Bassa Pressione) e ha provato a trasmettere (condizionamento) la vigoria ai piani inferiori. Negli ultimi anni avevamo assistito a un condizionamento abbastanza rapido, con ripercussioni a dir poco deleterie per l’inverno (quando si ha un Vortice Polare compatto a tutte le quote, il gelo resta relegato ad alte latitudini).
Quest’anno, invece, proprio perché la troposfera è condizionata da altri fattori stiamo assistendo a un difetto di comunicazione. E più la stratosfera prova a imporre il suo diktat, più la troposfera reagisce. Come? Innescando una serie di onde capaci di sospingere calore verso l’alta atmosfera. Le correnti d’alta quota subiscono pesanti ondulazioni ed ecco che il gelo è costretto a muoversi verso sud. Tali dinamiche potrebbero caratterizzare anche le prossime settimane, esaltando condizioni meteo climatiche invernali alle medie latitudini. Ne usufruirà anche l’Italia? Vedremo. Per il momento stiamo alla finestra, come attenti osservatori.