A nostro avviso no e se per caso vi capitasse di leggere articoli di previsione in merito, lasciate perdere. E’ difficile stilare una tendenza stagionale, figuriamoci una previsione! Volendo trattare l’argomento con serietà possiamo dirvi che, al pari dell’inverno scorso, cercheremo di avventurarci nel complesso mondo delle teleconnessioni (indici climatici) alla ricerca di indizi indispensabile per una discreta affidabilità evolutiva.
Il Vortice Polare, quell’enorme trottola gelida che nel semestre freddo domina il Polo Nord, presto comparirà sulla scena. Le dinamiche a suo carico saranno quelle che influenzeranno, nel bene e nel male, l’andamento stagionale. Tra qualche tempo cominceremo a osservare le anomalie termiche della superficie oceanica (tecnicamente le SST), la circolazione dei venti ad alta quota (i venti stratosferici seguono un oscillazione quasi biennale, alternando fasi circolatorie di tipo occidentale ad altrettante di tipo orientale), le eventuali anomalie termiche delle acque del Pacifico Equatoriale (veniamo da un episodio di El Nino record, ora dovremo capire si ci sarà la possibilità di un eventi di segno opposto, ovvero La Nina).
Capite bene che gli elementi da analizzare sono tanti ed estremamente complessi. Si è in presenza di una sorta di puzzle e v’è necessità che la composizione sia perfetta. Basta un non nulla, quel ben noto “battito d’ali di una farfalla”, perché l’inverno prenda una piega più o meno desiderata. Ed è per questo che riteniamo sia assolutamente insensato parlarne oggi, agli albori d’autunno. Chi lo fa sbaglia, più o meno consapevolmente. Noi, da canto nostro, preferiamo trattare l’argomento con estrema professionalità e vi rimandiamo ai primi approfondimenti delle settimane venture.