Per poter stilare una tendenza previsionale a così ampio respiro dobbiamo affidarci, necessariamente, ad alcuni indici climatici che valutano l’evoluzione dei processi termo dinamici in atmosfera. Chi ci segue da più tempo saprà che quest anno stiamo avendo un inverno condizionato – pesantemente – da due fattori: El Nino e il Vortice Polare. Nel primo caso ci riferiamo ad un fenomeno planetario, ciclico – si ripresenta ogni tot anni – dovuto all’anomalo riscaldamento delle acque superficiali equatoriali del Pacifico. Tale processo è in grado di condizionare il clima mondiale. Nel secondo caso ci riferiamo a quell’enorme Vortice Freddo, o Bassa Pressione che dir si voglia, che nel corso dell’inverno staziona sopra il Polo Nord (da qui la definizione di “Polare”). Diciamo che i due fenomeni, a detta di alcuni autorevoli studi, sarebbero legati. Ma poco importa.
A noi interessa più focalizzare l’attenzione sul trottolone gelido perché nel momento in cui risulta compatto, robusto, gelidissimo è condizionante negativamente. In che modo? Beh, in quel caso l’aria gelida è confinata oltre il Circolo Polare Artico e alle medie latitudini hanno vita facile le Alte Pressioni. E’ ciò che è avvenuto finora. Ma nel momento in cui il Vortice inizia a mostrarsi più debole, ecco che il tempo subisce modifiche. E com’è che può indebolirsi? Semplice: dev’essere contrastato da processi di segno opposto, quindi da un graduale riscaldamento.
Il processo avviene naturalmente, a seguito dell’allungamento delle giornate anche al Polo (incremento della radiazione solare) ma possono intervenire forzanti dai piani più bassi dell’atmosfera. Tali forzanti non sono altro che rimonte anticicloniche capaci di trasportare calore verso i piani alti atmosferici. Quest anno, almeno sinora, le pulsazioni calde sono state implementate esclusivamente dall’Anticiclone del Pacifico (staziona a ridosso delle coste occidentali americane): l’ultima in ordine di tempo è attualmente in atto, la prossima avverrà tra qualche giorno.
Questi disturbi indeboliscono il Vortice e possono spostarlo dalla propria sede (o addirittura romperlo in più parti, come avvenne ad esempio nel 1985). E’ quanto avvenuto ultimamente. Il perno si è spostato sull’Europa settentrionale, attivando tesi venti occidentali e il transito di molte perturbazioni a medie latitudini. Questa tipologia meteorologica la osserveremo sino a metà mese. Dopodiché dovremo capire se le ulteriori intrusioni d’aria calda avranno modo di modificare ulteriormente la struttura del Vortice, portandoci magari qualcosa di buono. Affinché ciò avvenga v’è necessità che l’Anticiclone delle Azzorre si spinga verso nord, pilotando irruzioni fredde più marcate verso sud. A nostro avviso tale possibilità l’avremo nell’ultima decade di febbraio, ma crediamo che l’estrema vivacità del trottolone gelido possa risolversi in situazioni fredde anche nel corso del mese di marzo. La troppa energia dovrà in qualche modo dissiparsi.
Per concludere vi mostriamo una mappa. Non spaventatevi. Si tratta delle temperature del Vortice Polare alle alte quote dell’atmosfera. La linea rossa indica l’andamento di quest’anno, mentre la verde la media di riferimento. Noterete voi stessi che soltanto nell’ultimo periodo abbiamo avuto un netto incremento termico e rientro nei canoni della normalità. Prima, già da novembre, il Vortice è stato molto più freddo del normale.