Visto che gli scenari dovrebbero orientarsi su frequenze prettamente invernali già dalla prossima settimana, iniziamo a ragione insieme sulla probabilità che possa nevicare sulle nostre colline. Per farlo ci avvaliamo di uno strumento meteorologico fondamentale: le cosiddette “Ensemble” del modello matematico americano GFS (noi, in gergo, lo chiamiamo “Spaghetti“). Prima di mostrarvi la mappa, opportunamente rielaborata e pertanto di facile lettura, vi spieghiamo in due parole cosa s’intende per “Ensemble”. Ogni emissione (GFS ne produce 4 al giorno, in questo caso è l’ultima disponibile quindi quella delle ore 12Z) consta di 21 singole elaborazioni ognuna delle quali viene “drogata” da una “perturbazione” (una sorta di elemento estraneo) nei dati di partenza. Di queste 21 elaborazioni, 1 è quella di controllo, 10 considerano eventi perturbati negativi, 10 positivi. Oltre a queste 21 linee (che poi sono quelle che vedete sul modello), ce ne sono altre 2, la più importante delle quali è la “Media” (Mittel).
Ciò detto, nella previsione a breve termine noterete linee molto chiuse per via dell’alta affidabilità. Procedendo avanti coi giorni le linee tendono ad allargarsi e spesso divengono caotiche (ci si allontana maggiormente dalla media). Diciamo, per farla semplice, che se più linee puntano in una direzione è maggiore la probabilità che quell’evoluzione meteo si realizzi. Or dunque, nel caso specifico abbiamo scelto di mostrarvi le Ensemble di Nuoro (che come ben sappiamo sorge a oltre 500 metri d’altitudine). La prima cosa che vorremmo farvi notare è che in basso il grafico ci mostra la percentuale di neve: vedrete voi stessi che a partire da metà mese non solo si moltiplicano le occasioni, ma a fasi alterne crescono le probabilità. La più alta arriva al 25% e fidatevi che già il fatto che venga preso in considerazione l’evento nevoso non è roba di poco conto.
Le altre due parti del grafico ci indicano l’andamento della temperatura a due quote isobariche di riferimento: 850 hPa (circa 1500 metri) e 500 hPa (circa 5000 metri). Anche in questo caso è evidente una chiusura delle linee verso il basso, diciamo pure che la maggioranza va in giù. Trattandosi d’aria artico marittima vorremmo vi soffermaste maggiormente sulle temperature ad alta quota (500 hPa) per un semplice motivo: le irruzione artiche solitamente sono gelide alle alte quote e l’aria fredda ha necessità di precipitazioni per trasferirsi al suolo. Ecco perché i fenomeni sono importanti ed ecco perché appaiono le nevicate. L’eventuale ingresso freddo nel Mediterraneo produrrebbe senz’altro una fase di maltempo che potrebbe causare nevicate a quote collinari in più d’una occasione. Insomma, l’inverno sembrerebbe proprio dietro l’angolo.