Chi ci segue assiduamente saprà che a stretto giro di posta arriverà dell’aria fredda nord atlantica. Non sarà il gelo siberiano e neppure quello artico, ma quel che è certo è che servirà a ripristinare condizioni meteo climatiche più consone al mese di gennaio. Le diminuzioni termiche saranno importanti, incentivate da venti di Maestrale via via più consistenti. E saranno diminuzioni propizie per il ritorno della neve. Dopo oltre un mese e mezzo (su per giù era il 20 novembre) rivedremo i rilievi coprirsi di bianco.
Anzitutto dobbiamo dirvi che lo zero termico si attesterà attorno a 1400-1600 metri, il che vuol dire che le precipitazioni nevose – nevica facilmente anche con temperature di poco superiori allo zero – scenderanno più giù. Mediamente nevicherà oltre i 1000-1200 metri sui rilievi centro settentrionali, con accumuli che a detta del nostro modello matematico ad alta risoluzione, potrebbero risultare di tutto rispetto. Sul Gennargentu, sulle cime, il manto bianco potrebbe superare addirittura 50 cm e nei punti più esposti agli accumuli eolici non escludiamo picchi addirittura maggiori (il modello indica persino picchi di circa 1 metro). Probabile che la neve riesca a spingersi a tratti fin sui paesi più alti del nuorese, anche se non dovrebbe accumulare.
La neve imbiancherà probabilmente il Limbara, le cime del Marghine Goceano e quelle più alte del Logudoro. Gli accumuli, in tutti questi casi, potrebbero raggiungere punte di 20-30 cm. Da valutare l’eventuale coinvolgimento delle maggiori cime del sud Sardegna: dal Linas al Marganai, sino ad arrivare al massiccio dei Sette Fratelli. Vi lasciamo proprio con la mappa degli accumuli attesi nelle 24 ore (dalla mezzanotte del 06 gennaio alla stessa ora del 07 gennaio).