No, non è un paradosso. Dobbiamo necessariamente considerare l’andamento climatico delle prime due settimane del mese, che come ben sappiamo furono caratterizzate da un blocco anticiclonico responsabile dell’afflusso d’aria assai mite dal nord Africa. Il calo termico degli ultimi giorni, seppur marcato, non è servito a ripianare le possenti anomalie termiche del periodo precedente. La mappa americana NCEP CFSv2, che tiene conto della media termica trentennale 1981-2010, parla chiaro:
E’ evidente la netta contrapposizione tra l’Europa dell’ovest e il resto del continente. Su Francia, Penisola Iberica, Italia, Balcani e Grecia – oltre ai settori occidentali della Germania – le temperature hanno stazionato ostinatamente al di sopra della media. Parliamo di 2-3, anche 4°C in più. Per quanto riguarda l’Italia, dobbiamo sottolineare l’anomalia diffusa eccezion fatta le aree alpine e la bassa Val Padana occidentale.
La Sardegna è risultata la regione più “calda”, se preferite più mite, con punte di 2-3°C oltre la media trentennale di riferimento. Il clima mite si è fatto sentire maggiormente a ovest. Insomma, affinché gennaio possa concludersi all’insegna della normalità termica v’è necessità di altre irruzioni fredde degne di questo nome.