Spesso si sente parlare di quelli che potrebbero essere gli effetti di un enorme eruzione vulcanica sul clima del nostro pianeta. Ad esempio la fine del riscaldamento globale e l’inizio di una piccola era glaciale. Oggi abbiamo la possibilità di farci un’idea di quel che potrebbe accadere grazie a una ricerca che ha analizzato l’impatto sul clima globale causato dall’eruzione del vulcano El Chinchon in Messico del 1980. Tra le conclusioni dello studio, gli studiosi evidenziano non solo un raffreddamento generale, ma effetti sinora impensabili.
L’eruzione di El Chinchon del 1982
Il 28 marzo 1982 il vulcano situato nella regione montuosa del Messico, che si trova tra i comuni di Francisco Leon e Chapultenango nel nord-ovest dello stato messicano del Chiapas, fu un giorno catastrofico. La nuvola di cenere, rocce e gas raggiunse un’altezza di 17 km e vi fu un’attività sismica senza precedenti nei giorni successivi. Studi recenti stimano che l’eruzione messicana diede origine a una quantità di ceneri e gas 10 volte superiore all’eruzione del Monte S. Elena, Washington, negli Stati Uniti. La nube prodotta dal vulcano Chinchon raggiunse la stratosfera e si diffuse in tutto il mondo.
I cambiamenti del clima della Terra
Il lavoro svolto dal Marine Institute dell’Università di Plymouth, indica che gli effetti di tale eruzione determinarono cambiamenti biofisici dei sistemi terrestri, che cominciarono a diventare evidenti cinque anni dopo. Effetti che si diffusero non solo nell’atmosfera di tutto il Pianeta, ma anche negli oceani. Lo studio descrive vari eventi climatici e naturali. Ad esempio, negli anni successivi è stato rilevato un aumento del 60% nel flusso invernale dei fiumi che sfociano nel Mar Baltico, o ancora il 400% di aumento della durata media degli incendi nella zona occidentale Stati Uniti.
Analogamente, gli scienziati hanno riscontrato la modifica di una vasta gamma di indicatori biofisici, quali la temperatura e la salinità dei mari, il livello di pH dei fiumi, il calendario degli eventi sulla Terra, incluso il comportamento delle piante e degli animali, la quantità di ghiaccio e neve nella criosfera e anche le variazioni di velocità del vento in diverse regioni del pianeta.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato milioni di osservazioni. Hanno usato i dati bioclimatici di 6.500 stazioni sparse in tutto il mondo e confrontato 72 serie di osservazioni storiche. Secondo il direttore dello studio (Philip C. Reid) questo lavoro contraddice l’idea che le grandi eruzioni vulcaniche portano solo ad un raffreddamento del pianeta. Nel caso del vulcano messicano è stato registrato un raffreddamento che tipico delle grandi eruzioni, ma in seguito c’è stato un repentino aumento della temperatura che ha controbilanciato la perdita precedente.
Un’altra prova interessante che i ricercatori hanno trovato è che la tempistica dei cambiamenti del clima in tutto il pianeta è stata sequenziale: dal Sud America nel 1984 al Nord America (1985), all’Atlantico del Nord (1986) , all’Europa (1987) per finire con l’Asia (1988).