Da qualche anno a questa parte veniamo sempre più spesso, volenti o nolenti, “bombardati” mediaticamente da sensazionalismi volti ad estremizzare e spettacolarizzare qualsiasi fenomeno meteo in arrivo o in atto. Questa operazione di mercato, mirata esclusivamente ad acchiappare selvaggiamente clic a scapito di una corretta informazione e divulgazione scientifica (quasi a considerare il lettore stupido/ignorante e non meritevole di notizie di livello) è andata intensificandosi negli ultimi tempi contribuendo pesantemente a far perdere credibilità e fiducia nella figura del meteorologo che, in realtà e fortunatamente, ben poco c’entra con questo squallido modus operandi. Quest’anno, precisamente a partire dall’estate appena trascorsa, si sta rasentando il ridicolo. Si è partiti, nel bel mezzo della stagione calda, annunciando inverni gelidi ed epocali e prevedendo, come per magia e senza alcun sostegno scientifico, un novembre caratterizzato da freddo e neve. Purtroppo, lo abbiamo visto, novembre è stato per lo più caratterizzato da figure bariche e anomalie termiche di segno totalmente opposto. Alta pressione di blocco e temperature miti l’hanno fatta da padrone, spezzate solo provvisoriamente da un’effimera parentesi fredda. Si è così proceduto a posticipare il “bolide gelido” tra il 2 dicembre e l’Immacolata ma anche stavolta la fortuna non ha girato dalla parte di chi si è prodigato a diffondere la profezia meteo. Per la seconda volta, al gelo previsto è subentrato un nuovo colosso anticiclonico con temperature che ieri nella nostra isola hanno superato i 24°C. Sono arrivate le scuse ai lettori, imputando l’errore a problematiche inerenti la modellistica a disposizione, ma la tentazione di annunciare il gelo epocale non è scemata e non è dunque tardata la terza sparata, stavolta di importanti proporzioni. Ora si chiamano in ballo le similitudini con l’inverno ’84/’85, si parla di stratwarming (anomalo riscaldamento della stratosfera) e si piazza il target temporale della prossima irruzione fredda tra Natale e Capodanno.
Non solo è poco professionale e scorretto proporre previsioni a lunghissima scadenza, per di più col dettaglio giornaliero, sulla base di modelli matematici che, come sappiamo, hanno un’attendibilità che va progressivamente scemando col tempo ma pure l’impianto teleconnettivo che va ad instaurarsi gioca a sfavore, per il momento, di scambi meridiani tra il Polo e le medio/basse latitudini a causa di un vortice polare che, invece di scaldarsi, va raffreddandosi in modo anomalo con superamento della soglia Nam documentato nell’editoriale.
Noi che amiamo la meteorologia, che l’abbiamo studiata dal punto di vista accademico con rigore scientifico e passione, non riuscimo ad essere impassibili di fronte a tale scempio ma ciò che più spaventa e dispiace, e che dovrebbe far riflettere, è la grande quantità di lettori che continuano a sostenere questa violenza gratuita ed incontrollata nei confronti di una materia, un tempo affascinante, ma che ora in Italia assume i connotati di barzelletta.