E’ un dicembre eccezionalmente secco in Sardegna, con carenza di precipitazioni quasi ovunque, e pertanto stanno continuando a diminuire i volumi d’acqua contenuti sugli invasi. La situazione non è comunque uniforme su tutta l’Isola e le maggiori criticità si registrano sulla parte settentrionale della Sardegna, tra l’alto nuorese e la provincia di Sassari, ove l’indicatore di allerta del CEDOC indica uno stato di preallarme o pericolo.
La preoccupazione maggiore è legata al fatto che stanno mancando le piogge proprio nel periodo in cui dovrebbe piovere di più. Se la situazione non dovesse ribaltarsi nei prossimi mesi, si arriverebbe al rischio emergenza in estate. Il grafico sottostante mostra quella che è l’attuale situazione del sistema degli invasi dell’Alto Coghinas. Bisogna addirittura tornare indietro ad inizio anni 2000 per trovare una situazione altrettanto critica.
Nel complesso, in Sardegna è presente poco più di un miliardo di metri di cubi d’acqua: riserve che sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno d’oltre un anno, ma il problema è che i bacini non sono interconnessi fra loro e pertanto l’autonomia in alcune zone è di appena un paio di mesi. Troppo bassi i livelli sul Liscia, sul Bidiginzu e sul Coghinas ed anche il lago di Sos Canales, che alimenta l’alto nuorese, è appena al 9% di riempimento.