Richiamando l’editoriale di novembre “prima metà d’inverno mite e asciutta?“, confermatosi con assoluta precisione giorno per giorno a discapito delle tante sparate votate al gelo e alla neve per Natale, più volte propagandate senza cognizione di causa dai media nazionali, ad oggi possiamo dire che il quadro teleconnettivo ancora non lascia intravedere la tanto invocata via d’uscita. In questo periodo dell’anno servono le perturbazioni, le piogge e le nevicate in montagna in modo tale da predisporre il bagaglio idrico per i mesi estivi che, nella climatologia mediterranea, di norma sono siccitosi e la loro prolungata assenza inizia a farsi drammatica. Il vortice polare si presenta ancora piuttosto freddo a tutte le quote e la conferma arriva dal previsto andamento degli indici AO, NAO e PNA attesi, rispettivamente, stazionare su campo abbondantemente positivo i primi due e negativo l’ultimo almeno fino ai primi giorni di gennaio. Una tendenza sconcertante che, analizzata nell’insieme, sta a rimarcare forti gradienti di pressione tra le alte latitudini, alle prese con continuo transito di intensi sistemi perturbati, e le basse latitudini che dovranno ancora fare i conti con ulteriori giornate caratterizzate da alta pressione. Il rischio, palesato nell’editoriale che abbiamo proposto ad inizio articolo, è che la previsione paventata a novembre possa realmente portarsi a termine con l’inverno che continuerà a fare i capricci almeno fino alla metà di gennaio. Vi consigliamo pertanto di diffidare di chi, ormai in tanti, vi propone tendenze a lungo termine votate al gelo utilizzando le uscite modellistiche estreme senza considerare, volutamente, la media e la visione di insieme. Non ci resta che attendere.