Cenni, si badi bene. Non sarà certo una svolta epocale, ma probabilmente osserveremo i primi affondi perturbati più consistenti alle medie latitudini. E’ un’ipotesi che ci può stare, perché a quanto sembra inizieranno ad esserci dei piccoli disturbi a carico di quell’enorme trottola gelida che prende il nome di Vortice Polare (e che come sappiamo sta trattenendo il gelo sul Circolo Polare Artico). Data la possanza di questa struttura, ci vorranno tutta una serie di dinamiche atmosferiche per far si che abdichi. Ma prendiamoci questi primi segnali e portiamoli a casa.
Per farla breve: un flusso di calore – indotto da un poderoso Anticiclone Pacifico – potrebbe insinuarsi dal basso verso l’alto (dai piani bassi dell’atmosfera verso quelli superiori), andando a modificare la morfologia del Vortice. Da sferico potrebbe diventare ellittico e quando ciò avviene assistiamo ad uno spostamento delle masse d’aria gelida e alla liberazione di qualche depressione nordica. Ed è proprio quel che si nota in questa Multimodel proiettata al 28 dicembre:
Non è ciò che si può definire un cambiamento epocale, anche perché tra l’altro rischiamo di doverci tenere l’Alta Pressione oltre Capodanno. Ma già il fatto che ci sia uno spostamento dei centri depressionari verso l’Europa occidentale – e non più in pieno Atlantico – è qualcosa che può preludere a delle modifiche più importanti.