Si continua a propinare l’arrivo del grande gelo e della neve per le festività eppure la realtà dei fatti dice ben altro: il campo anticiclonico che da giorni imperversa sulle nostre teste, nonostante sporadici indebolimenti indotti dal travaso di aria atlantica in fuoriuscita dal flusso zonale che scorre teso tra isole britanniche e penisola scandinava, sta assumendo connotati eccezionali per quanto riguarda la sua estensione. Come si evince dall’elaborazione grafica, la struttura barica foriera di bel tempo, evidenziata col colore viola scuro laddove i valori di pressione al suolo sono maggiori, si estende lungo i paralleli dalle Azzorre fino all’Iran per una lunghezza di circa 8000 km e lungo i meridiani dalle coste meridionali dell’Inghilterra fino all’Egitto, una distanza di circa 4000 km. Un tale “mostro” anticiclonico richiederà un notevole dispendio di energie da parte del vortice polare per poter essere scardinato, evoluzione questa però non supportata al momento dall’analisi degli indici teleconnettivi, specialmente stratosferici, che vedono un nuovo ed ulteriore raffreddamento della stratosfera polare in grado di propagarsi verso la troposfera ed intensificare il flusso zonale in scorrimento attorno alla bassa pressione polare. Detto in parole povere, al momento appare molto probabile che per buona parte della prima metà d’inverno possa ergersi un muro in prossimità delle medio alte latitudini (flusso zonale intenso) a protezione dell’aria fredda che resterebbe vincolata in sede polare.