Il report pluviometrico presentato nella giornata di ieri, ripreso quest’oggi anche da UnioneSarda, riporta in tutta la sua drammaticità l’eccezionale siccità che da mesi attanaglia la Sardegna. Se si eccettuano le precipitazioni a macchia di leopardo e a carattere di nubifragio occorse nell’isola sporadicamente durante l’autunno, specialmente in prossimità delle aree costiere e lontano dai bacini di raccolta, non piove in maniera diffusa dalla scorsa primavera. La maggior parte delle stazioni isolane ha accumulato in questa prima metà di dicembre meno di 5 millimetri in quello che, stando alle medie climatologiche, dovrebbe essere tra i mesi più piovosi dell’anno e purtroppo, stando alle ultime emissioni modellistiche confortate dall’andamento teleconnettivo atteso nei prossimi giorni, la situazione non si sbloccherà prima di gennaio. Chi ha annunciato un pò troppo frettolosamente, e anche senza cognizione di causa, repentini riscaldamenti stratosferici in grado di proiettare il Mediterraneo centrale nel gelo e nella neve entro Natale dovrà ricredersi perchè, in realtà, sulla verticale del Polo è in atto da settimane un intenso raffreddamento stratosferico che progressivamente si sta propagando verso la troposfera al punto da rinforzare incredibilmente il vortice polare. Si attende infatti un’impennata dell’Ao index (indice teleconnettivo che traduce lo stato di salute del vortice polare) fino a +4 entro il 20 del mese, come non si vedeva da tempo e come si evince dall’elaborazione grafica riferita al 22 dicembre. Un valore molto elevato che, unito al Nao index positivo e al Pna negativo, conferma quanto affermato nell’editoriale teleconnettivo del 26 novembre (prima metà d’inverno mite e asciutta?): il vortice polare continuerà a girare a palla, supportato da intense correnti zonali che spazzeranno le medio alte latitudini, dove scorreranno indisturbate le perturbazioni, ma alimenteranno dinamicamente le spinte verso i paralleli di estese strutture anticicloniche foriere di tempo stabile e assenza di precipitazioni. A meno di (improbabili) gocce fredde in isolamento nel Mediterraneo sul finire del mese, sarà meglio mettersi l’animo in pace e attendere un cambio circolatorio a gennaio pensando bene a come gestire la poca acqua a disposizione.