Oggi analizzeremo un fenomeno particolarmente ricorrente durante la stagione fredda ed in occasione di forti strutture di alta pressione: l’inversione termica. Noi tutti sappiamo che in condizioni normali in libera atmosfera la temperatura dell’aria diminuisce all’aumentare della quota di circa 6,5 gradi ogni 1000 metri di quota. Questo avviene perché il sole riscalda dal basso verso l’alto, ovvero i raggi solari riscaldano la superficie che, a sua volta, riscalda l’aria nelle sue vicinanze. Questa, una volta riscaldata e salita di quota, è sottoposta a una pressione inferiore, si espande e si raffredda generando così un gradiente termico negativo. Durante un’inversione termica accade il fenomeno opposto: salendo di quota la temperatura aumenta. Questo avviene per effetto dell’irraggiamento notturno, ossia per la dispersione di calore da parte del suolo verso lo spazio tramite radiazione infrarossa. In questo modo l’aria a contatto con il terreno si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto agli strati sovrastanti. La temperatura risulta quindi più bassa in pianura che in montagna. L’inversione termica, lo stiamo constatando giorno per giorno, favorisce l’insorgenza di nebbie e/o nubi basse nello strato d’aria fredda in prossimità del suolo.
Per quanto riguarda Cagliari (vedi immagine sotto), partendo da 12,2°C al suolo (rilevati attorno all’1 di notte) la temperatura non diminuisce con la quota come ci si aspetterebbe normalmente ma, per effetto dell’irraggiamento e della subsidenza caratteristica delle alte pressioni intense, si registrano aumenti costanti con valori fino ad oltre 15°C a circa 1500 metri. Da questa quota la temperatura riprende a scendere ed è assolutamente curioso notare che lo stesso valore al suolo lo si rintraccia poi a 2568 metri! Purtroppo il pallone sonda non ha rilevato con precisione la quota dello zero termico che comunque è ancora ben superiore ai 4000 metri.