Mentre oggi stiamo a parlare di alta pressione, nebbie, blocco atmosferico, forti anomalie positive di temperatura e siccità esattamente 16 anni fa, l’11 novembre 1999, la Sardegna si preparava inconsapevolmente ad affrontare una gravissima calamità naturale. Nella notte tra l’11 ed il 12 novembre una disastrosa alluvione si abbattè nell’hinterland nord occidentale del Cagliaritano provocando la morte di due persone. L’eccezionale fenomeno pluviometrico fu causato da una bassa pressione stazionaria nel bacino del Mediterraneo occidentale ed impedita nella sua normale traslazione verso oriente da una possente struttura di alta pressione dinamica, estesa lungo i paralleli dalle Isole Britanniche alla penisola scandinava, e da qui a tutta la penisola balcanica, con valori pressori massimi, intorno ai 1040 mb, situati sull’Irlanda ed il centro nord dell’Inghilterra. Tale struttura anticiclonica influenzò, con il suo bordo meridionale, anche l’Europa centrale e l’Italia centro-orientale, mentre tenne “scoperte” ed in balia del maltempo la Spagna, la Francia centro-occidentale e la Sardegna. La vita della depressione mediterranea fu inoltre particolarmente lunga (circa 3 giorni) poichè alimentata da aria fresca proveniente da est, in scorrimento sul bordo meridionale dell’alta pressione come da cartina sottostante.
Entrando nel dettaglio, la calamità venne provocata da un temporale V – shaped prefrontale, autorigenerante e stazionario per quasi 12 ore a nord ovest di Cagliari, tra Capoterra e Decimomannu dove, come si evince dalla carta isoiete presentata sotto, si raggiunsero puntualmente accumuli fino a 345,2 mm a Uta, 255 mm a Muravera e circa 200 mm a Capoterra. Come detto, la perturbazione si mantenne attiva anche per tutta la giornata del 13 novembre con ulteriori 278,4 mm a Decimomannu e 263,6 mm ad Uta.
Seguono alcuni rari scatti realizzati ad Assemini durante l’evento.