Negli ultimi giorni abbiamo menzionato l’uragano atlantico Joaquin per vari motivi, sottolineando soprattutto le eventuali influenze sulla genesi di una Bassa Pressione foriera di forte maltempo. E stiamo assistendo a una vera e propria battaglia tra i più importanti modelli di previsione, perché c’è chi lo dà verso le isole britanniche chi invece punta nell’ingresso più a sud, sulla penisola iberica. Diciamo che in entrambi i casi impatterà le coste occidentali europee come tempesta extratropicale.
La tempesta manterrà le sue caratteristiche tropicali, ma ovviamente perderà forza. Nell’ultimo bollettino emesso dal National Hurricane Center di Miami, in Florida, si legge che Joaquin è stato inglobato completamente all’interno della corrente a getto e punta verso est. Spostandosi su acque più fredde meno umide, la transizione in tempesta extratropicale inizierà presto. Entro 24 a 36 ore, Joaquin dovrebbe diventare un ciclone extratropicale.
Poco importa che traiettoria deciderà di seguire: il suo arrivo in Europa andrà monitorato con estrema attenzione perché potrebbe generare effetti imprevedibili e coinvolgere successivamente anche l’Italia. Ad esempio, nell’articolo a lungo termine abbiamo parlato di un Vortice di Bassa Pressione in sviluppo a metà ottobre e in ingresso sul Mediterraneo. Ecco, quel Vortice potrebbe contenere in sé quel che resta dell’uragano o della tempesta extratropicale che dir si voglia.