Sabato sera, con un boato simile a quello di un tuono, un’enorme voragine si è creata sotto a un campeggio della Sunshine Coast, nella penisola di Inskip Point, nel Queensland (Australia). Il “buco” ampio circa 200 m e profondo 3 m, ha trascinato in mare un’intera spiaggia e parte del campeggio costiero, inghiottendo un caravan, un’auto e diverse tende, e costringendo all’evacuazione 300 turisti (ma fortunatamente, nessuno è rimasto ferito).
Un simile episodio aveva già interessato lo stesso punto nel 2011, e sono in corso valutazioni geologiche per spiegare l’accaduto. L’ipotesi più probabile è che si sia trattato di un sinkhole, un fenomeno di sprofondamento causato dall’apertura di una cavità nel substrato roccioso dell’area, che ha trascinato con sé sabbia e terreno. Il fenomeno può essere legato a cause antropiche (forte espansione in zone già a rischio, o eccessiva estrazione di acqua dal sottosuolo), a periodi di forti piogge, a indondazioni o terremoti. Gli esperti escludono però che la voragine possa essersi formata in seguito ai recenti terremoti che hanno interessato il Queensland: per essere collegati, gli eventi dovrebbero avvenire quasi in contemporanea. L’intera penisola di Inskip Point è considerata soggetta al fenomeno e monitorata ora con attenzione.