La Sardegna sta entrando nel periodo dell’anno statisticamente e climatologicamente a rischio eventi calamitosi (nubifragi, alluvioni, grandinate, alluvioni lampo etc). Tra la fine dell’estate e e i primi giorni di dicembre gli affondi di aria fredda polare in direzione del Mediterraneo, surriscaldato dalle prolungate ondate di calore dei mesi estivi, vanno ad accendere fortissimi contrasti termici in grado di alimentare e sostenere intense celle temporalesche, sovente dalle caratteristiche autorigeneranti e stazionarie. L’analisi degli eventi alluvionali occorsi dal 1795 ad oggi da un’idea sommaria della frequenza di accadimento, così ripartita nei mesi:
63% dei casi nel mese di ottobre.
23%dei casi nel mese di novembre.
14%dei casi nei restanti mesi dell’anno; si hanno dati di cronaca dei mesi di gennaio, febbraio, marzo settembre ed agosto.
In controtendenza rispetto alle cifre sopra indicate, il mese di settembre ha già proposto, nella prima settimana, un evento calamitoso sul centro della Sardegna (vedi LINK1 e LINK2). Va detto che non si tratta di anomalie nella circolazione atmosferica generale e che eventi eccezionali si sono verificati nel recente passato sul sud Sardegna (103 mm a Pula il 5 settembre 2013). In questa sede vogliamo fare un pò di amarcord e tornare a ritroso di una decina di anni, precisamente alla notte tra il 24 ed il 25 settembre 2006 quando un violento temporale interessò per circa mezzora il sud dell’isola. In quella occasione un flusso di aria fredda polare andò ad alimentare e ad approfondire una bassa pressione ad ovest dell’isola (posizione questa che è spesso sinonimo di forte maltempo per la nostra regione). La bassa pressione attivò una pericolosa linea di convergenza al suolo tra correnti di scirocco e libeccio in prossimità del cagliaritano dove si registrarono le precipitazioni più intense. Cagliari Elmas e Villasalto registrarono in circa 10 minuti di precipitazione, rispettivamente, 30 mm e 34,4 mm!
Il capoluogo sardo e l’hinterland vennero interessati da diffusi fenomeni di ruscellamento superficiale ed in alcune zone il livello delle acque salì fino ad 1 metro.