Le anomalie termiche delle acque superficiali oceaniche rappresentano uno degli elementi più interessanti da analizzare perché in grado di fornirci preziosissime indicazioni sull’andamento climatico a lungo termine. Tempo fa, lo ricorderete, analizzando la stessa mappa che stiamo per proporvi ipotizzammo una durata del caldo africano per tutta la prima decade di luglio. E ci prendemmo.
Non solo. In quell’occasione esprimemmo anche dei dubbi circa l’eventuale successiva rinfrescata, per il semplice fatto che la distribuzione delle anomalie termiche non consentiva di sbilanciarsi in quella direzione.
Ma veniamo al sodo. Nella rappresentazione grafica odierna abbiamo aggiunto due elementi a nostro avviso fondamentali. Anzitutto il caldo anomalo che sta interessando le acque pacifiche equatoriali nella zona cerchiata. Ovviamente stiamo parlando del ben noto fenomeno de El Nino, capace di intervenire sulla convezione pacifica e di riflesso sui geopotenziali nel Mediterraneo. Geopotenziali che in simili circostanze si orientati, statisticamente, su anomalie fortemente positive. Ed è ciò che sta accadendo (per maggiori approfondimento potete leggere questo articolo).
Ora spostiamoci a nordovest, direzione Atlantico. Qui abbiamo indicato un’ampia zona contrassegnata da temperature ben inferiori alla norma. Mari più freddi del normale, è risaputo, incidono sulla traiettoria della corrente a getto delle alte quote (Jet Stream) che in quelle zone tendono ad assumere circolazione ciclonica con conseguente sviluppo di aree depressionarie. Ed è evidente che se ciò dovesse accadere proprio in quel settore, l’Alta Africana resterebbe ben salda sulla Penisola Iberica e su buona parte dell’Europa centro occidentale. Mediterraneo compreso. Insomma, tutto lascia pensare che tale situazione di blocco che la porteremo dietro sino a fine luglio, perché per poterne uscire occorrerebbero diverse distribuzioni termiche.