Convezione partita, l’abbiamo detto, nelle zone interne tuttavia al momento bloccata nell’evoluzione alla sua fase successiva, ossia alla formazione delle celle temporalesche. Come mai?
La risposta la abbiamo dall’analisi del radiosondaggio delle 14 di Cagliari, che ci da un’idea indicativa dello status termodinamico della colonna d’aria sopra stante la Sardegna meridionale. Sebbene alcuni parametri siano estremamente favorevoli all’innesco di attività temporalesca, esiste una ben strutturata cappa di energia disponibile nei bassi strati ad impedire l’evoluzione dei moti convettivi denominata tecnicamente CINH ed individuabile graficamente nell’area colorata in rosso. In questo settore, una teorica massa d’aria in risalita dal suolo si troverà immersa in un ambiente più caldo e quindi, a meno di forzanti esterne come l’orografia o una forte convergenza al suolo, stramazzerà al suolo senza formare nubi. Un valore alto del CINH potrebbe anche significare che l’attività temporalesca avverrà nel tardo pomeriggio (onde dar tempo alla radiazione solare di rimuovere lo strato stabile).
Un’altro fattore non proprio favorevole è l’assenza di una corrente a getto particolarmente intensa attorno ai 12000 metri di quota. In assenza di forti correnti a questa quota viene meno la divergenza e il conseguente richiamo di aria dai bassi strati troposferici.