L’umidità è la quantità di acqua o vapore acqueo contenuta nell’atmosfera e in meteorologia esistono tre modi per rappresentarla:
L’umidità assoluta è la quantità di vapore acqueo espressa in grammi contenuta in un chilogrammo d’aria (g/kg) ed è indipendente dalla temperatura. Ad esempio, in questi giorni l’umidità assoluta negli strati prossimi al suolo è di circa 12g/15g per kg.
L’umidità specifica è il rapporto tra la massa del vapore acqueo e la massa d’aria secca, una grandezza raramente usata in meteorologia perchè particolarmente scomoda.
L’umidità relativa è il rapporto percentuale tra la quantità di vapore contenuta da una massa d’aria e la quantità massima (cioè a saturazione) che il volume d’aria può contenere nelle stesse condizioni di temperatura e pressione. A differenza dell’umidità assoluta, questa è fortemente dipendente dalle variazioni di temperatura.
Immaginando che l’umidità assoluta non vari dalla mattina alla sera e che quindi un metro cubo d’aria contenga sempre 12g/15g di umidità come è possibile che di sera l’afa sia cosi opprimente? Semplicemente perchè l’aria calda ha un volume notevolmente maggiore rispetto a quella fredda. Si immagini ora di avere un kg d’aria che contenga i suddetti grammi di vapore acqueo. Diminuendo la temperatura (mattina e sera) il volume d’aria si restringe e i grammi di vapore sembreranno prevalere in relazione allo spazio a disposizione decretando un aumento dell’umidità relativa. Aumentando le temperature (pomeriggio) il volume d’aria si dilata e si espande mantenendo lo stesso peso e permettendo ai grammi di vapore di avere più spazio a disposizione per fluttuare con un conseguente calo dell’umidità relativa.
Riepilogando, in questi giorni la quantità di umidità nell’aria (seppur alta) è sempre la stessa sia di giorno che di notte e la colpa, se così si vuol dire, è da imputare alle oscillazioni di temperatura.