Ciò che è accaduto ieri a due passi dalla laguna veneta, zona notoriamente votata per questa tipologia di fenomeni estremi durante la stagione estiva, è la più palese delle dimostrazioni di ciò che la natura persegue con costanza:l’equilibrio. L’intenso e prolungato riscaldamento accumulatosi in queste settimane sulla pianura padana ha costruito progressivamente un bacino di energia potenziale nei bassi strati, quantificabile con l’indice termodinamico CAPE, paragonabile a quello delle più famose pianure americane. Presentato il primo ingrediente, la scintilla che ha determinato la convezione esplosiva è da ricercarsi nell’intrusione di aria fresca e secca in quota che ha esacerbato il gradiente termico verticale. Altri fattori, quali il transito della jet stream ai limiti superiori della troposfera, il wind shear verticale positivo sia in direzione che intensità, ossia la variazione con la quota dell’intensità e direzione dei venti, hanno lavorato congiuntamente nel garantire al sistema temporalesco un notevole sviluppo verticale ed una rotazione in senso antiorario. Temporale dunque che ha assunto ben presto le caratteristiche mesocicloniche di supercella raggiungendo la massima intensità con lo sviluppo di un impressionante tornado, classificato come f4 in base ai danni registrati e alle segnalazioni sulle velocità dei venti che hanno sfiorato i 300 km/h, che ha letteralmente spazzato i centri di Dolo e Mira provocando un morto, decine di feriti e danni materiali ingentissimi.
A seguire, le testimonianze video e fotografiche dell’accaduto.