Vogliamo approfittare della relativa stasi meteo che vive il Mediterraneo per affrontare un argomento particolarmente spinoso e ricco di controversie riguardante i cambiamenti climatici artificiali.
Può l’uomo modificare il clima?
Possiamo anzitutto dire che involontariamente l’uomo arreca cambiamento climatici sul lungo termine attraverso le “isole di calore cittadine”, l’emissione di gas serra o il disboscamento. Per quanto riguarda le modifiche volontarie, l’uomo tenta di manipolare e controllare gli eventi meteo, dai periodi bellici, stimolando piogge e/o nevicate.
L’affascinante argomento, balzato sempre più alla ribalta con il diffondersi di internet, divide nettamente due filoni di pensiero: da una parte gli scienziati e ambientalisti, forti della documentazione scientifica che dimostra il mutare del tempo a causa dell’aumento degli inquinanti, impegnati sulla riduzione delle emissioni serra con il fine comune consistente nella lotta all’inquinamento, dall’altra parte i complottisti, forti degli esperimenti condotti in passato, convinti che il vero artefice del cambiamento climatico sia l’azione volontaria umana.
I primi esperimenti scientifici furono condotti nel 1930 dall’olandese Veraart, il quale usò ghiaccio secco (anidride carbonica solida) e acqua sopraffusa (acqua allo stato liquido nonostante la temperatura sottozero) per seminare le nubi. Nel 1946 Vincent Schaeffer e Irvin Langmuir indussero delle precipitazioni nello stato di New York immettendo in atmosfera particelle di ghiaccio secco. In seguito venne impiegato da Vonnegut lo ioduro d’argento, simile al ghiaccio secco ma più economico. Tali cristalli di piccole dimensioni fungono come nuclei di condensazione favorendo l’adesione attorno a se di vapore acqueo e/o ghiaccio in modo da formare gocce di pioggia sufficientemente pesanti da precipitare. Negli anni a seguire vennero ripetuti ulteriori esperimenti con risultati che andavano da fallimentari a buoni, come accaduto in Australia o Stati Uniti dove localmente si registrò un aumento del 10 % delle precipitazioni, ma sempre in occasione di pioggia già preesistenti.
La tecnica si è affinata con gli anni ed esistono trattati e documenti che dimostrano che sono in atto tentativi, più o meno concreti, di intervenire sul clima. Nel gennaio 2002 Italia e Stati Uniti firmarono un accordo chiamato “Cooperazione Italia-Usa su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici” con lo scopo di bloccare il riscaldamento terrestre e studiare gli scenari futuri. Non esiste invece alcuna prova scientifica e/o ufficiale riguardo la manipolazione volontaria volti ad indurre calamità quali alluvioni.
Molto spesso, specialmente negli ultimi anni, i complottisti sono portati a negare l’eventualità, spesso evidente e sopratutto prevedibile con il continuo progredire delle performance modellistiche, che un evento calamitoso possa avere un origine naturale. Volendo prendere, per esempio, l’alluvione in Sardegna del 18 novembre 2013, sulla quale venne imbastita una fantasiosa teoria complottistica che vedeva il fenomeno alluvionale indotto da un cannone spara particolato situato nel nord Africa, la pericolosità dell’evento era evidenziata una settimana prima e confermata, oltre che prevista nei dettagli come si può vedere in questo ARTICOLO che scrissi per un sito nazionale, con ben 24 ore di anticipo scongiurando in tal modo le caratteristiche di imprevedibilità.
Si potrebbero prendere in esame tanti altri eventi meteo recenti, su tutti quelli liguri (prevedibili con oltre 24 ore di anticipo) e costruirci su affascinanti teorie fondate sulla “guerra meteorologica” e continuare la diatriba di pensiero per anni ma una cosa è certa: i cambiamenti climatici, cosi come gli eventi meteo estremi quali alluvioni o catastrofiche siccità, sono sempre avvenuti nelle ere geologiche e nel non lontano passato (documentate dalle analisi stratigrafiche su depositi sedimentari, carotaggi nei ghiacci etc) e continueranno a verificarsi sempre, volenti o nolenti. Sta all’uomo sottostare e rispettare le leggi della natura.