Scenario allarmante, e comunque in linea con quanto ci si aspetta dal cambiamento climatico in atto da decenni, quello proposto qualche giorno fa da un gruppo di scienziati del Centro EuroMediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) in un articolo pubblicato nella rivista International journal of climatology.
I risultati della ricerca, condotta per studiare le variazioni di temperatura e precipitazioni nel secolo in corso in modo da limitarne l’impatto, sono sintetizzabili in un possibile incremento termico medio di 3,2°C rispetto al periodo climatologico 1971-2000, in un aumento delle precipitazioni nel semestre freddo ed in periodi di siccità più lunghi durante la stagione estiva. I dati – viene spiegato dal Cmcc – sono ”associabili al rischio alluvioni per quanto riguarda le stagioni invernali e ai problemi” relativi ”la gestione delle risorse idriche nelle stagioni estive e primaverili soprattutto nelle regioni settentrionali” del Paese, ”con particolari implicazioni sia per la disponibilità d’acqua ad uso civile, sia per altri usi come per i settori agricolo e industriale”. Gli ”avanzamenti della ricerca scientifica”, queste ”informazioni per i decenni a venire” saranno ”di grande importanza per i decisori pubblici”: è come fare ”uno zoom su una parte della Terra”, per studiare i cambiamenti climatici attuali e futuri su scala regionale utilizzando modelli numerici che consentono di raggiungere ”un livello di dettaglio sufficiente ad analizzare il clima di una determinata area del Pianeta”, quale l’Italia.