Diamo un rapido aggiornamento, o meglio, una piccola integrazione all’approfondita analisi reperibile a questo link. L’articolo di stamattina evidenziava alcuni importati elementi teleconnettivi indicanti un’eventuale via d’uscita dalla pesantissima ondata di caldo che sta per investirci. La sola opzione contemplata, al momento, è quella atlantica.
La tesi è supportata anche da un altro elemento d’interesse: la distribuzione delle anomalie termiche delle acque superficiali oceaniche (SSTa). Qualche giorno fa, ipotizzando una lunga durata del caldo, vi mostrammo l’aggiornamento del 26 giugno. In quella occasione si focalizzò l’attenzione sulle anomalie termiche negative a ovest del Portogallo e le concomitanti anomalie positive sul bacino del Mediterraneo. Oggi, invece, vorremmo farvi notare due elementi: anzitutto si è rapidamente riassorbita l’area “blu” portoghese, il che è da considerarsi una buona notizia. Poi vorremmo osservaste le diffuse – oltre che pesanti – anomalie negative sul nord Atlantico.
Queste ultime potrebbero generare forti deviazioni cicloniche del Jet Stream, con conseguente sviluppo di zone depressionarie ampie e persistenti. Depressioni che dovrebbero continuare ad estendersi verso la Scandinavia, mentre la mancanza di un’area oceanica fredda verso la Penisola Iberica e a ovest del Marocco dovrebbe scongiurare pericolose gocce fredde in quel settore. L’azione ciclonica atlantica potrebbe rivelarsi talmente poderosa da erodere gradualmente la parte settentrionale dell’Alta Africana, riducendone magnitudo ed estensione. Il tutto avverrebbe dopo il 10 di luglio, tramite il graduale inserimento di correnti via via più fresche e instabili a partire dall’Europa occidentale. Lecito ipotizzare un graduale coinvolgimento anche dell’Italia, ma ovviamente avremo modo e tempo per tornare sull’argomento. Al momento sappiate che prima del 10 luglio sarà difficile uscire dall’attuale stasi altopressoria.